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CDS_2011_Nicola_Amici_porta_la_4x100_al_traguardoPreparazione L'attività su pista inizia ad ottobre. Qualche settimana di rodaggio, piccola rinfrescata su tutti gli esercizi per il riscaldamento e inizia la preparazione. Inizialmente si basa sugli esercizi di tecnica di corsa utili a imparare i giusti gesti di corsa. Si passa dopo alcune settimane, fine ottobre o inizio novembre, alle prime ripetute sulle lunghe distanze.

Dicembre generalmente è calibrato sulle gare future: chi dovrà gareggiare alle indoor e alle campestri non può caricare molto, mentre per gli altri che non saranno impegnati la preparazione prosegue sino a marzo.

Indoor Gennaio e febbraio sono mesi di carico, salvo qualche eccezione: Francesca Albiani, Nicola Amici, Giovanni Tamponi, le new entry Paola Tizzano, Marzia Paciarotti e Michele Montesu sono impegnati con le finali nazionali indoor dei 60 hs e 60 m e per loro è periodo di gare. Mentre i mezzofondisti sgranchiscono le gambe con il cross. Quest'anno partecipando anche alle finali nazionali invernali in diverse categorie. Aggiungo Serena Pruner nella marcia. Ci sono anche gare di lanci invernali, ma vengono utilizzate più come un allenamento.

Appuntamenti importanti Terminata con febbraio la stagione indoor, salvo qualche raduno nazionale per Francesca e Serena, si pensa a preparare la stagione agonistica alle porte.

La preparazione differisce lievemente a seconda delle caratteristiche: c'è chi come Francesca e Serena che non hanno grossi problemi nel conseguire i minimi e possono permettersi di avere il picco di forma attorno ai periodi delle finali nazionali; altri che pure parteciperanno alle finali di categoria ma non hanno il minimo assicurato e che devono essere in forma già prima; altri che i minimi non li conseguiranno e che gareggeranno meno (più o meno una quindicina di gare in tutto l'anno) e che devono essere in forma per le gare più importanti come le fasi regionali dei Societari, gli assoluti sardi e le finali nazionali dei CDS a settembre.

La scarsa partecipazione in Sardegna A parte qualche gara fuori di Serena e Francesca, generalmente si gareggia in Sardegna. Con tutte le difficoltà del caso. Per gli atleti di rilievo nazionale la poca concorrenza diventa un problema, perché risulta poco utile gareggiare senza rivali. Ci sono poi specialità come marcia, ostacoli e lanci femminili che spesso vedono 1 solo atleta per gara. Segnale desolante dell'atletica sarda, che sembra non interessare a chi di dovere. Salvo sentire poi i soliti sproloqui che individuano le cause di questo deserto in tutti fuorché sé stessi. Io penso, sicuramente sbagliando, che se un paese è pieno di buche nelle strade la colpa dovrebbe essere del sindaco. Se la maggior parte dei paesi nello stesso Stato hanno delle mulattiere al posto delle strade, la colpa è del governo. Essere alla guida di un apparato comporta anche oneri nei confronti di chi si guida e non solo i privilegi del potere. E i privilegi della nota spese.

CDS_2011_Serena_Pruner_Record_Sardo_nei_5km_di_marcia_in_solitariaIl problema giudici Ma la poca concorrenza non è l'unico problema locale. Abbiamo pochi giudici e spesso avanti con l'età. Giudici che vanno ringraziati per l'impegno e la passione che mettono. Spesso però, proprio a causa della carenza del loro numero, capita che giudici dei lanci si trovino a dover fare da starter senza sapere come fare. O giudici dei salti che si trovano alla caduta del giavellotto senza sapere quando questo cada nullo. La colpa non è dei giudici ma di chi non li ha preparati. E di chi non predispone un ricambio generazionale. Che è necessario e che richiede tempo. E siamo quasi al limite: fra qualche anno come si fa? Non mi metto a raccontare dell'anno 2009 quando ci sono state 4-5 gare di velocità che sono state fatte ripetere perché il cronometraggio non era partito e gli atleti hanno dovuto ripetere le gare. Atleti fra i 16 e i 20 anni, che erano a cavallo tra fare o non fare il minimo per i campionati di categoria e che non sono stati aiutati minimamente dal dover ripetere la gara.

Il calendario della gare Tralascio poi totalmente l'argomento calendario gare. Che soffre di due problemi: la mancanza di un numero sufficiente di gare e l'inserimento conseguente di gare con poco preavviso. Sostanzialmente per inserire una gara in calendario, una società deve pagare una tassa nazionale e regionale per poter organizzare la gara stessa. Stante la crisi economica le società non sono in grado, né vogliono pagare questa tassa. Quindi cosa succede? Il calendario viene stilato con gli appuntamenti obbligatori delle finali regionali cds, della finale degli assoluti regionali e dal 2010 ci sono i 10 appuntamenti del Superpremio. Quindi parliamo di 16 giornate di gare. Per persone che fanno fra i 200 e i 250 allenamenti l'anno. Ovviamente durante la stagione gli allenatori si lamentano della mancanza di gare e allora si provvede ad aprire gare come le selezioni per i Giochi delle Isole (per chi non lo sapesse è una manifestazione giovanile che coinvolge 23 isole del mondo e la Sardegna è la seconda isola più popolata… Partecipa pure l'isola di Wight…) o gare per cadetti anche alle categorie assolute. Ditemi voi come diavolo fa un allenatore a preparare la stagione in una situazione così in divenire.Assoluti_e_Master_a_Las_Plassas

 

La smobilitazione delle società A causa della crisi economica molte società stanno smobilitando o concentrandosi solo su determinati settori. Ai campionati societari, complice la tassa di partecipazione di 50€ per sesso, c'è stato un netto calo delle iscrizioni. Le classifiche poi vengono chiuse solo da Cus Cagliari femminile e Amsicora maschile e femminile. Questo causa una migrazione da parte degli atleti di punta di queste società verso Amsicora e Cus, per poter gareggiare anche alle finali societarie e avere un pizzico di ribalta in più. E si tratta di un pessimo segnale per il movimento.

La stampa e l'informazione Per vedere la notizia di una gara di atletica su L'Unione Sarda o la Nuova Sardegna bisogna avere delle prestazioni quantomeno nazionali. E a volte non basta un titolo italiano. Mentre vediamo che l'ultima squadra di calcio dell'interregionale ha molto più spazio. Bisogna accontentarsi di trafiletti. Spesso scritti sotto dettatura di chi era presente alle gare, visto che raramente si vedono giornalisti sui campi. Per amor di verità la Nuova Sardegna mostra maggiore attenzione, figlia della maggior cultura sportiva sassarese. Sull'Unione invece l'attenzione è a livelli minimi. Taccio sul sito regionale che non commenta né segnala nemmeno le medaglie nazionali ma che ci tedia con pensionamenti, messaggi di cordoglio e gare giovanili di basso cabotaggio che vengono spacciate per appuntamenti mondiali.

 

Cadetti_a_Las_Plassas

L'abbandono giovanile Tempo fa, dopo aver letto che i tesserati del settore agonistico sardo erano circa 800,  ho fatto una ricerca sul database Fidal su chi effettivamente aveva fatto almeno una gara e il risultato è stato che solo 400 atleti hanno preso parte ad almeno una gara. Ho poi analizzato il numero dei partecipanti per categoria e ho tratto alcune conclusioni. Le ragazze tendono ad abbandonare l'atletica attorno ai 18-19, periodo di ingresso all'università, i ragazzi qualche anno più in là. Perché abbandonano? Sicuramente l'ingresso all'università o nel mondo del lavoro ha un ruolo importante. Però mi pare di poter dire con sicurezza che ci siano anche altri fattori: fare poche gare; non ricevere corrispettivi economici per le vittorie e nemmeno per i record realizzati; avere pochi avversari; trovarsi a discutere su favori che vengono fatti ad atleti di certe società nelle selezioni per gare che dovrebbero avere invece criteri selettivi chiari e trasparenti; vedersi togliere misure o dover ripetere delle gare per deficienza di preparazione e nell'uso degli strumenti tecnologici; non vedere l'attenzione di nessuno sui risultati. Sono tutte cause che magari non subito, ma sedimentate fanno venir meglio la voglia di allenarsi duramente e sacrificarsi perché tanto poi tutto questo viene gettato alle ortiche da incompetenza altrui.

Soluzioni Negli ultimi due anni, solo Amsicora e Cus Cagliari hanno continuato l'attività a livelli nazionali. Altre società come l'Atletica Porto Torres ha partecipato ai CDS allieve, l'Atletica Oristano continua a tirar su tante ragazze specie nei salti e nelle prove multiple, l'Atletica Valeria sta tirando su un bel settore giovanile. Ci sono poi altre società che mantengono l'attività di pochi atleti di valore come Fedeli, Cubeddu, Perseu. Però un'attività di insieme viene mantenuta sù solo da Amsicora e Cus Cagliari. Il Cus Cagliari sceglie di non formare la squadra maschile, pur potendo contare su due talenti come Mauro Toro ed Eugenio Meloni, concentrando l'utilizzo dei soldi universitari sulla squadra femminile. Le atlete provenienti dal vivaio sono Nadia Neri e Nicoletta Clavuot, l'anno prossimo passerà allieva anche Elena Mura. Marceddu, Innocenti provengono da altre società sarde. E il resto della squadra è composto da atlete a contratto, alcune come Tomassetti, Baggiolini e Caravelli da tanti anni tesserate per il CUS. La strada scelta dal Cus, vista la crisi, non mi pare perseguibile da altre società che non possono usufruire dei fondi pubblici. Cosa fare allora? L'Amsicora ha scelto la politica del settore giovanile.

Il settore giovanile dell'Amsicora Occorre premettere che l'Amsicora può contare su storia e tradizione ultrasecolare. La società fondata nel 1897 consta di una sezione di Ginnastica artistica e ritmica, Hockey su prato e Atletica Leggera. Dalla ginnastica sono venute nel passato partecipazioni e medaglie olimpiche. La sezione Hockey, tralasciando gli ultimi recenti anni, ha vinto tantissimi scudetti e quest'anno si è guadagnata la promozione in A1 della squadra maschile dopo un anno di inferno. La sezione atletica per anni è stata al vertice nelle finali oro e argento mentre negli ultimi anni ha scelto di puntare sul settore giovanile. Occorre premettere che il numero di atleti, sin dai corsi di avviamento allo sport, è molto elevato ed è possibile contare dunque su una ottima base di partenza. All'Amsicora ci sono 4 gruppi a Cagliari, velocità, mezzofondo veloce, salti e lanci che si allenano il pomeriggio. Si aggiunge il mezzofondo prevalentemente master che si allena la mattina. C'è poi il gruppo velocità che si allena a Sassari e un altro gruppo mezzofondo a Olbia.Gianluca_Zuddas

L'impostazione degli atleti e le squadre Il lavoro che si imposta su chi si allena all'Amsicora è basato sul lungo periodo, sulla crescita dell'atleta con il passare del tempo. Non si fanno carichi di lavoro eccessivi per avere risultati subito, si pensa a insegnare l'esecuzione dei giusti gesti tecnici. Si punta più sulla corsa decontratta che sulla corsa di potenza. Più sullo sviluppo armonico ed equilibrato del fisico che sul pompare i muscoli. Si scelgono e si indirizzano gli atleti verso le discipline più adatte all'atleta e nelle quali si potrà togliere maggiori soddisfazioni.

L'apporto dei master Rispetto ad altre società si è visto soprattutto negli ultimi due anni l'impegno nelle finali societarie di alcuni master. Vecchi atleti, vecchie glorie, del passato, che per affetto verso la maglia e la società, hanno deciso di dare una mano ai giovani. Cercando di dare l'esempio anche in allenamento, compatibilmente agli impegni di lavoro, per dare una strada da percorrere ai più giovani. Per insegnare a divertirsi pur allenandosi seriamente. E si vedono anche atleti master che hanno fatto le fortune di altre società da giovani, venire poi a gareggiare all'Amsicora per vivere lo sport come in gioventù.

I risultati di questa politica La squadra femminile amsicorina, seppur composta da un minor numero di atlete rispetto alla maschile, ottiene risultati qualitativamente un pò più elevati. Fermo restando che gli apici qualitativi che raggiungono Albiani e Pruner non hanno equivalente nel maschile, occorre tener presente che il settore femminile italiano è meno numeroso e quindi con meno concorrenza rispetto a quello maschile. Occorre poi ricordare che alcune discipline prettamente tecniche come ostacoli e marcia hanno meno concorrenza rispetto alla velocità o al mezzofondo che richiedono una minor attenzione durante gli allenamenti e la ripetizione dei gesti. Il settore maschile invece è più numeroso di quello femminile ma mediamente un filo meno qualitativo. Ciò detto, entrambe le squadre, da quando la politica giovanile è stata introdotta, hanno sempre partecipato alle finali dei CDS con buoni risultati. Il lavoro degli anni successivi si basa sul confermare e migliorare i risultati, cercando di aumentare il numero di atleti e di migliorarne le prestazioni. E' questa la strada giusta? Non so, credo di sì, ma soprattutto credo sia l'unica percorribile da una società privata che si deve autofinanziare. Certo, sarebbe bello che chi dovrebbe dirigere il movimento lo dirigesse e non si limitasse a prendere meriti e prebende, lasciando allo sbando il movimento. Però dobbiamo essere ottimisti: al peggio c'è sempre fine. A Dio piacendo.