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Luis The Pen
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generica_06_295x300Amici…

È davvero sconfortante sapere che la maggior parte dei maratoneti è ancora convinta che le radici della Maratona abbiano origine dalla nota storia del militare Filippide che corse circa 40km per recarsi da Maratona ad Atene ad annunciare la vittoria dei greci sui persiani e che successivamente crollò al suolo sfinito senza riprendersi più!!! Filippide fu uno dei pochi greci che i “persiani” misero al tappeto. Tutto ciò non corrisponde al vero. E vi racconto il perché.

Molti anni fa mi recai ad Austin in Texas per vedere un concerto di Springsteen. Durante il concerto conobbi Kate Package una brillante analista anche lei innamorata del Boss. Cantammo tutte le canzoni a squarciagola tanto che Bruce dovette per un attimo interrompere il concerto per chiederci di abbassare un po’ la voce. Lo fece in verità in modo molto cortese. A fine spettacolo ci recammo all’Hilton Hotel….ma questa è un'altra storia che forse un giorno vi racconterò. Trascorremmo dunque una settimana divertendoci molto e forse innamorandoci pure. Per quanto l’amore sia cosa fugace e a volte non sempre nitida. Facevamo all’amore con la S maiuscola anche dieci volte al giorno. Poi dovetti partire perché dovevo finire le dichiarazioni dei redditi dei miei clienti. Ma la prima dichiarazione la feci a lei. “Le sussurrai: ti ritroverò Kate!”. Le chiesi una prova del suo amore e lei mi portò le prove di un omicidio accaduto giorni prima in città. Rimanemmo in contatto e in primavera decidemmo di incontrarci a Boston. Partii con tanti sogni in tasca e la carta di credito appresso. La mattina in aeroporto aspettai l’aereo da Austin ma lei non arrivò mai. Mi mandò un sms nel quale scrisse che si era sposata con Teddy, un giovane vaccaro di Tucson che produceva le famose scatolette di carne in scatola Virginia che facevano concorrenza alla nostra Montana del celeberrimo Ringo, e che non si sentiva di tradirlo. Capii solo in quel momento perché si chiamava Package…un vero pacco!!! Non mi scoraggiai più di tanto e decisi di trascorrere quei giorni da turista. Boston è una bella città e oltre alla rock band dei Boston, ai mitici Boston Celtic e al telefilm Boston Legal aveva anche delle belle biblioteche. Un pomeriggio entrai in una di queste e iniziai a frugare nel settore dedicato allo sport. Boston è forse la più antica maratona al mondo e quindi pensai che potesse esserci qualche interessante libro che parlava esclusivamente di questa grande manifestazione. Una giovane archivista di Denver, nipote dell’indimenticabile John Denver, dal nome di chiare origini italiane che era tutto un “programma”, Jennifer TVsmileandsongs, mi prese per mano e mi portò all’interno di un’ala dove erano sistemati vecchi articoli e riviste sportive dal valore inestimabile. Facemmo all’amore sdraiati sopra il dizionario americano DevotOil. Purtroppo quella scappatella mi fece prendere il virus dell’HIV ma la sera dopo aver preso delle aspirine e qualche antidolorifico guarii del tutto. Il giorno dopo decisamente appagato iniziai la lettura di un agenda del 1897 scritta da John Wall uno studente di una cittadina, dal nome Thonmara, che distava da Boston circa 42 km. Il racconto sin dalle prime pagine mi coinvolse e mi travolse allo stesso tempo. Tutto ciò in cui avevo creduto in realtà era una menzogna!!

John Wall era uno studente modello della facoltà di scienze motorie di Boston. Infatti la mattina studiava e la sera sfilava. Egli era di estrazione sociale umile. Il babbo girava l’america per pagare i crediti di tutti coloro che si chiamavano Tore. Faceva il saldaTore. La mamma invece grazie ad una raccomandazione trovò impiego all’ufficio postale. Addetta alle raccomandate. John era un tipo introverso. Non aveva molti amici. Tra questi c’erano Capitan Findus, Mastro Lindo, Barbanonno e Magilla Gorilla. In casa c’erano pochi soldi e John per recarsi all’Università la domenica, sapete le lezioni si tenevano solo nei giorni festivi, doveva andare a piedi. Per percorrere i circa 42km che rappresentavano la distanza dall’uscio di casa sua all’aula di insegnamento impiegava molte ore. Troppe. Per essere puntuale al mattino doveva partire già dalla sera prima. La cosa non poteva più andare avanti perché era sempre stanco. Un giorno dopo essersi svegliato bruscamente durante la lezione di anatomia decise di dare una svolta a questa situazione. Pensò che, non avendo il becco di un quattrino per pagarsi il carro, l’unica cosa che poteva fare per dormire di più era ridurre il tempo di percorrenza così avrebbe potuto svegliarsi più tardi. Ma come? Correndo e non camminando pensò. Gli studenti che lo videro percorrere a piedi la strada inizialmente lo derisero ma dopo iniziarono ad ammirarlo per la sua tenacia. La domenica mattina per tutti c’era l’appuntamento con John. Giungeva in aula fradicio, disidratato, con le piaghe ai piedi e semidistrutto ma mai domo. Il suo passo era costante, circa 5 minuti ogni chilometro, fino a circa 6 o 7 chilometri da Boston. Da lì John aveva un crollo inspiegabile. In quel punto la ditta McKenzie Costruction stava erigendo una parete di solidi mattoni per delimitare una proprietà privata. Gli studenti chiamarono così quei km “The Wall” come il suo cognome. “Il Muro” di John. Matt Repeat, uno studente brillante di matematica, consigliò a John per vincere il muro di trovare del tempo libero per correre delle distanze medio lunghe a dei ritmi più veloci rispetto a quelli che solitamente teneva mentre si recava a lezione. Matt era uno studente strano in quanto amava sostenere lo stesso esame più volte. Lo ripeteva a volte 3, a volte 4 a volte anche 5 volte in quanto sosteneva che dopo si sentiva molto più preparato. Quindi non fece altro che applicare lo stesso principio alla corsa di John. Creò alcuni algoritmi in base ai quali provò che se John durante la settimana avesse percorso più volte queste distanze fino ad un totale prossimo ai 20 km giornalieri al 99% intorno al 34imo km non avrebbe sbattuto contro il Muro di John. Le chiamò “Ripetute” per magnificare il suo cognome. John fece queste ripetute che Matt gli mandava settimanalmente ed effettivamente si rese conto che andava più forte e che impiegava meno tempo per arrivare all’università. Un primo passo avanti era stato compiuto.

John il sabato sera era solito mangiare amburgher e frittata di piselli. Era il suo piatto preferito. Una sera si sedette a tavola e vide che c’era un misero piatto di pastasciutta italiana di circa 150 grammi. S’infuriò come una bestia contro la madre rea di non avergli preparato il suo piatto del sabato sera. La mamma era così avvilita, mortificata e umiliata che inizialmente pensò di togliersi la vita, poi considerato che era sabato sera decise di togliersi i vestiti e di fare all’amore con il marito. Mai decisione fu così saggia e appagante. Alla fine John mangiò la pasta ma con un muso così grande che sembrava un cavallo. Il giorno dopo si recò all’università e si rese conto da subito che aveva più energie rispetto alle altre volte. Chiese scusa alla mamma e le impose che ogni sabato sera, prima di recarsi all’università, doveva preparargli la pasta o qualcosa equivalente in termini di apporto calorico nutrizionale. Un secondo passo avanti per ridurre quel tempo che da casa lo conduceva all’università era stato fatto. Intanto John iniziò a fare proseliti. Altri studenti di Thonmara iniziarono a recarsi a Boston correndo a piedi. C’era chi ci metteva 3h15…solo John, c’era chi impiegava 4h, chi 5h e via via i più lenti. Ma non importava il tempo che ci voleva ma il significato che quella corsa rappresentava. Se vuoi frequentare le lezioni ci vuole sacrificio, questo era il messaggio recondito. L’importante non era il tempo impiegato ma arrivare comunque a seguire la lezione del professore. La pratica si espanse a macchia d’olio anche nelle cittadine vicine che distavano da Boston 10km o 21km come ad esempio Half Thonmara. Recarsi a lezione a piedi piaceva.

Le prime volte che John percorreva a piedi la strada fino a Boston lo faceva senza bere una goccia d’acqua. Giungeva in classe sempre disidratato. Un giorno intorno al 30imo km incontrò Zach Water un noto rivenditore di acqua naturale che stava scaricando bottigliette d’acqua presso l’unico market, dal nome “Fred’s, water and sport article”, che serviva in quel tratto di strada. Quando vide John s’impietosì e gli porse una bottiglietta. John bevette e si rinfrescò il corpo. Si rese subito conto che l’acqua gli aveva dato nuove energie e vitalità. Lo aveva fatto stare meglio. Il giorno dopo si recò da Zach Water, che aveva uno spirito purissimo, altissimo e levissimo, e gli suggerì di scaricare l’acqua anche presso tutti gli altri market della zona e che casualmente si trovavano distanti l’uno dall’altro ogni 5km. Nacque così la pratica per gli studenti di rifornirsi durante il tragitto pagando pochi centesimi per bicchiere. E tutti lo benedirono. Zach che aveva fiuto per gli affari pensò che oltre all’acqua poteva vendere anche, a seconda delle occasioni, thè, cocacola, saliminerali e altre bevande zuccherate. Dopo qualche anno la sua piccola ditta individuale divenne una società quotata in borsa. Questo fu il terzo passo avanti compiuto da John. Un altro giorno mentre mancavano una 15ina di chilometri John vide sul lato della strada Jack Daniels un ubriacone del posto che tutti chiamavano bonariamente Spugna, John gli urlò da lontano "SPUGNAA" e fu in quell'istante che una signora del posto , Bonnie Casaling, vedendolo accaldato gli lanciò la spugna bagnata che usava per pulire il water di casa. John con riflesso felino l'acchiappò e se la passò sul corpo e ne trasse beneficio. Notò che la temperatura corporea si riduceva. Il giorno dopo si recò alla Spugn Inc. la società che produceva spugne per tutta Boston il cui motto era “Con la spugna John non mugugna”. S’incontrò con l’amministratore delegato al quale suggerì di aprire delle succursali di vendita lungo il tragitto Thonmara-Boston. L’amministratore obiettò che non v’era convenienza economica ma John ribattè che tanti studenti avrebbero acquistato le spugne e che la Spugn Inc. non doveva farsi sottrarre il mercato dalla concorrenza. Quelle parole scaldarono il cuore dell’amministratore delegato che riconobbe in esse il vero sogno americano. Da quel giorno gli studenti che si recavano a piedi benedirono l’arrivo dello spugnaggio. Il quarto passo per rendere il tragitto fino a Boston più confortevole era stato scritto.

Giorno dopo giorno però il numero degli studenti che andavano a scuola correndo a piedi aumentava esponenzialmente. Questa pratica così diffusa incuriosì sempre di più la popolazione che abitava i quartieri che venivano attraversati da questa moltitudine di studenti la quale si affezionò a questa prassi ed iniziò ad incitare gli studenti con bellissimi slogan e a scrivere cartelloni d’incoraggiamento.  “W la scuola”, “Più cultura per tutti”, “Abbasso Gelmini e Berlusconi”. Soprattutto negli ultimi chilometri quando la fatica si faceva insopportabile al limite dell’insostenibilità il calore della gente, che comprendeva bene quanto fosse importante giungere in orario a lezione, diventava l’arma in più per quegli studenti i quali trovavano nuove energie insperate in un saluto o in un applauso per giungere stanchi ma profondamente soddisfatti alle lezioni del mattino. Il market di Zach e la Spugn Inc. nel frattempo avevano difficoltà ad accontentare le richieste degli studenti corridori così numerosi a tal punto che dovettero chiedere aiuto la domenica alle associazioni di volontariato locale che furono ben felici di vendere l’acqua e le spugne per conto delle due società, magari ricavandoci qualche provvigione. Questa corsa alla solidarietà contagiò un po’ tutti. Insieme agli Scout, all’Associazione Cattolica era possibile scorgere le divise dei vigili del fuoco, dei vigili urbani, delle forze dell’ordine, le unità mediche tutti improvvisavano qualcosa pur di facilitare gli studenti a non giungere in ritardo alle lezioni. C’era chi regolava il traffico e non faceva passare i mezzi, c’era chi dava assistenza medica a coloro che erano particolarmente provati, insomma la gente del posto aveva capito che senza cultura, senza lo studio, senza il sapere non c’era crescita e non c’era civiltà. Gli studenti dovevano arrivare in orario alle lezioni ma in condizioni di assoluta sicurezza.

Un giorno John, rientrando a casa fece amicizia con Cindy una giovane bostoniana che si era appassionata anche lei alla pratica del recarsi all’università correndo. I due si frequentarono per un certo periodo e studiarono assieme l’esame di Ping Pong che era propedeutico per sostenere l’esame di tennis. Una sera Cindy si avvicinò a John e gli sussurrò una frase all’orecchio che lo lasciò senza respiro. Essendoci già in quel periodo le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali fu facile venire a conoscenza di quella frase, è stato sufficiente prendere i verbali dal tribunale di Milano, che recitava all’incirca così:”Oh John…non è che hai un rotolo di carta igienica a portata di mano?”. John che durante il percorso fino all’università era solito premunirsi per eventuali pit stop indesiderati rispose:”Oh Cindy…sarò la tua carta igienica!!”. Sbocciò l’amore a primo udito oltre che a prima vista. La notte sdraiati sull’erba del parco si rotolarono come cotolette impanate e in virtù della loro assoluta poca dimestichezza con il corpo umano di un altro essere la vicenda non fu senza risvolti comici al limite della farsa. John e Cindy non avevamo mai fatto all’amore e non sapevano niente del sesso. All’epoca non esisteva la Tv e internet. John però sarà stato un ragazzo timido ma non del tutto stupido. Portò con se un libro dal titolo “Il manuale dell’amore”. Iniziò a leggere: “L’uomo con trasporto passionale allunga la sua mano tremante a palmo aperto sul soffice seno della donna. Lei se approva il suo gesto emette un caldo ed ululante aahh. Aiutarsi anche con i piedi qualora la superficie delle rotondità femminili fosse molto ampia”. John replicò alla perfezione il gesto descritto e Cindy dal canto suo ululò fino alle prime luci dell’alba. Dopo aver letto il capitolo nono che descriveva la posizione del buon samaritano John s’incuriosì molto di un appendice che parlava di un prodotto particolare che andava utilizzato solo in situazioni di estrema difficoltà. La Vaselina. Nonostante i due lessero per tante volte quel capitolo non riuscivano a comprendere bene la funzione di questa pasta opaca e semitrasparente. Serviva per lubrificare alcune parti non ben chiare del corpo umano. I due nell’oscurità della notte provarono a spalmarla ma senza successo. John alla fine si arrese ed irretito si rivolse un po’ seccato a Cindy:”Basta! Non vedi il casino che stai combinando? Me l’hai sparsa sui capezzoli, tra le dita dei piedi, sotto le ascelle, nell’inguine!!! Adesso basta. Probabilmente ha una funzione che noi ancora non percepiamo!! La mattina dopo John doveva recarsi all’università e non fece in tempo a farsi la doccia. Corse con la vaselina sul corpo ma da subito intuì che quella sorta di gelatina era di conforto. Non sanguinava più dai capezzoli e non gli uscivano le vesciche ai piedi. Da quel giorno acquistò tubetti di vaselina in quantità industriali. Il 90% la utilizzava per recarsi a lezione il restante 10% la notte…dopo che capì dove andava posizionata.

Intanto recarsi all’università a piedi iniziava ad essere qualcosa di più per gli abitanti di Thonmara. Inizialmente poco importava del tempo che si impiegava, l’importante era non giungere tardi a lezione, ma dopo un po’ iniziarono le piccole rivalità tra studenti che tra di loro confrontavano i tempi d’impiego. Le frasi erano del tipo:”Io ci ho messo 3h12! Io mi sono migliorato di 3 minuti; c’era vento ed ho dovuto rallentare;”. Insomma stava nascendo una piccola competizione. Ma i riscontri erano poco attendibili. Ognuno usava la “Cipolla” che andava ricaricata continuamente. Era facile che qualcuno facesse il furbetto.Un giorno John stava correndo con Bill e Jimmy. Mentre percorrevano la strada che da Thonmara portava a Boston i tre discutevano animatamente sui tempi che facevano. Ognuno metteva in discussione il tempo degli altri. La strada, prevalentemente di campagna, era piena di uccelli di ogni tipo e quindi oltre alle loro voci non si sentiva altro che il cinguettio di questi. Cip, cip cip. Ad un certo punto John ebbe una grandissima idea. Disse a Jimmy che era iscritto alla facoltà di Tecnologia Avanzata:”Jimmy!! Ma da voi non riuscite ad inventare un sistema che rilevi i tempi di percorrenza in modo preciso partendo da un punto e arrivando ad un altro punto?”. Jimmy rispose che lo stavano studiando da tempo ma che non lo ultimavano in quanto non sapevano a cosa sarebbe potuto servire. Ma adesso aveva la soluzione al dilemma. Si doveva trovare un nome adatto, ma i 3 non riuscivano proprio a trovarlo fino a quando Bill esclamò:”Che palle questi uccelli con questo Cip Cip continuo!!”. Fu in quel momento che John disse:”Chiamiamolo Cip e vaffanapoli al resto!”. I tre furono d’accordo però dopo decisero di aggiungere un h e chiamarlo Chip in quanto temettero che alla camera di commercio di Boston Cip fosse già stato registrato da qualche aquila o da qualche passero. Meglio evitare beghe legali.

Durante il tragitto i 3 si stuzzicarono molto e la rivalità raggiunse livelli esasperati fino a quando John non sopportò più la cosa e fece una scommessa con gli altri 2. “Io sono convinto che se dovessimo partire tutti e tre da Thonmara nello stesso preciso istante arriverei per primo a Boston!”. Gli altri due accettarono la sfida. Rimaneva solo da decidere il giorno. Era metà Marzo e i tre stabilirono che andava bene la domenica di metà Aprile. La voce iniziò a girare a Boston e in tutti i luoghi ad essa vicino. Tre studenti si sfidavano per percorrere nel meno tempo possibile il tragitto che dalla piccola cittadina di Thonmara portava alla grande Boston. L’evento era clamoroso perché quello che fino a quel giorno era un semplice spostamento di pendolari prendeva la forma di una competizione sportiva mai verificatasi prima. I giorni passavano rapidamente e i tre iniziavano a sentire l’emozione della data che si avvicinava. Purtroppo all’ultimo momento si dovette decidere di spostare il tutto al lunedì in quanto di domenica c’era già fissata una manifestazione con tanti portieri di tante discipline sportive che prendeva il nome di Parata. Arrivò finalmente la fatidica data. I tre erano già di primissimo mattino nella piazza dove tutto avrebbe avuto inizio. I giorni precedenti si erano recati in tribunale per cercare alcuni Giudici che controllassero la regolarità della cosa ed inoltre dettero mandato ad una ditta che fabbricava i metri da sarti di misurare il percorso. Dalla Piazza centrale di Thonmara al piazzale antistante l’Università c’erano esattamente 42 chilometri e 195 metri. Intanto gli amici dei tre avevano allestito una zona di partenza ed una zona d’arrivo e per dare più colore alla manifestazione comprarono una scatola di pennarelli. Al via John ebbe un idea incredibile. Per correre più veloce doveva essere più leggero onde per cui si tolse i pantaloni e la maglia e rimase in boxer e canottiera stile Bossi. Nacque così il primo completino ufficiale che John abbinò alle scarpe con le quali era solito giocare a Tennis il giovedì. Le scarpe da tennis. Rimaneva ancora una cosa da risolvere. Il Giudice supremo della corte di Cassazione che stava all’arrivo poteva non riconoscere i tre studenti per questo all’ultimo istante John ebbe un'altra grande idea. Tracciamo un numero nella parte più visibile del corpo così chi ci vede arrivare non prende il nome bensì il numero. Ci fu qualche problema per individuare la parte più visibile in quanto si mormorava che Bill fosse mooolto dotato!! Alla fine per non aumentare il numero di volatili sul percorso si optò per disegnare i numeri sul petto dei concorrenti. Nacquero così i primi pettorali di gara. Era tutto pronto, i tre erano sulla linea di partenza ma non riuscivano a sentire il giudice di gara in quanto il pubblico presente che li incitava era numeroso e chiassoso. Ci voleva un fono molto grande, grandissimo suggerì qualcuno…un megafono!! Ma in quel preciso momento a pochi metri da loro Jack Mallop un ladro di Kansas City veniva inseguito da una pattuglia di poliziotti dopo un furto di elastici al supermercato. Tony Manetta il poliziotto di quartiere per fermarlo tirò fuori la pistola e sparò un colpo in aria. I tre studenti spaventati partirono a razzo e fu così che iniziò la prassi di sparare un colpo in aria alla partenza delle gare. La gara fu subito emozionante. Nel percorso c’era anche Micky Pellicola un pittore che disegnava velocemente gli studenti mentre correvano e che a fine gara vendette i suoi quadri ai tre. Nelle edizioni successive col crescere dei partecipanti si munì di una macchina fotografica Kodak. I tre si sorpassarono a vicenda per tutti i 42 km ma verso la fine John quando oramai mancavano solo 195 metri riuscì a tirare fuori qualcosa in più che lo fece prevalere sui due amici. Giunse a braccia alzate sotto due ali di folla.  Proprio sotto il traguardo la signora Raquel Pullover stava lavorando a maglia e non si rese conto che il filo di lana che stava utilizzando per fare il maglione al figlio si era impigliato alle due estremità. John tagliò per primo il filo e i giudici decisero che da quel momento  le vittorie si sarebbero potute decidere sul filo di lana!! Il tempo conseguito fu strabiliante. 2h59’59’’. Nessuno degli studenti era mai riuscito a scendere prima sotto le 3 ore!!! All’arrivo c’era una bella ragazza che stava mangiando un gelato e che lo volle abbracciare. Nella foga gli imbratto la canotta!! Nacque così la prima vera ed umilissima medaglia. Il Sindaco della città di Boston fece i complimenti a John e agli altri due concorrenti elogiando l’impresa di 3 uomini che per la prima volta nella storia percorsero 42km195 metri sempre correndo. Alla domanda dei giornalisti su come si chiamasse questa strana competizione il Sindaco rispose che sarebbe stato giusto chiamarla con il nome della cittadina che ne aveva dato i natali “Thonmara”. Ma un produttore di pesci fritti del luogo disse che Thonmara era il nome della sua attività registrato in camera di commercio e che non voleva che i suoi pesci fritti si confondessero con quell’assurda pratica sportiva. Dopo un rapido colloquio si optò per spostare le prime 4 lettere della parola alla fine della stessa e ne venne fuori il nome Marathon che piacque da subito a tutti. Nel 1897 di lunedì si svolse la prima Maratona (parola italianizzata) di tutti i tempi di Boston che ad oggi risulta essere la più longeva di tutte.

John Wall morì nel 1918 senza riuscire a laurearsi. Una mattina uscendo di casa venne travolto da una mela gigante caduta ancor oggi non si sa da dove. Anni dopo per ricordare le sue gesta la città di New York gli dedicò la maratona che prese il nome di “Maratona della grande mela”. Cindy si sposò con Jack Vaseline il ricco magnate proprietario della “Vaseline corporation”. Nel loro rapporto non ci fu grande amore né passione…ma non mancò mai la Vaselina.

Questo è il susseguirsi di eventi che portarono alla nascita della prima edizione della Maratona di Boston. Alcuni particolari forse sono un po’ romanzati, ma all’incirca è così che tutto ebbe inizio….e che tutto non avrà mai fine. Alcuni atleti isolani si recheranno lì a breve per la 115 esima edizione. Se avete tempo recatevi alla tomba di John e portategli un mio saluto.