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Ogni tanto prendo la macchina del tempo. Ma non la vecchia DeLorean costruita da Doc Emmet e utilizzata da Michael J.Fox nella strepitosa trilogia di Ritorno al futuro!!!! La mia macchina del tempo è azionata di riflesso quando capita di essere colpito da un qualcosa che vedo. Sono lì o non so bene dove perso nell’universo spazio tempo a raccogliere i miei ricordi perduti. La mia adorata nipotina ha smarrito l’Ipod o smartphone o non so bene cos’altro

. Insomma qualcosa che oggi si usa per comunicare oppure per non comunicare proprio niente! L’ho dovuta accompagnare in questura per la denuncia con la sua amichetta del cuore. Le osservavo teneramente mentre dialogavano con questi oggetti tecnologici alla velocità della luce. Uno spasso. Ma allo stesso tempo nell’attesa di essere ricevuto riflettevo, di riflesso appunto, ai bei tempi andati, quando per comunicare le possibilità erano limitate….e le attese erano preziose e a volte laceranti.

Oggi, per quel che mi riguarda, si è persa l’emozione che regalava il trovare una missiva nella cassetta delle poste. E anche se ci è impossibile catalogare le emozioni, etichettarle per poterle disporre in ordine d’importanza nel nostro scaffale dei ricordi, di tanto in tanto ci sentiamo colpiti da ciò che in passato ci hanno trasmesso. E proviamo a riprenderle spolverando un poco il tempo che le ha generate. Mi manca non poco il piacere di trascorrere una notte intera a scrivere di getto, con carta, pennino e calamaio si diceva, tutto quello che cuore e mente sentivano. Da mezzanotte fino anche alle cinque del mattino, pagine e pagine di sensazioni vissute. E poi quel rito dell’acquisto della miglior carta, della busta e del francobollo. Tutto aveva un sapore diverso. Ricordo che il miglior desiderio era quello di trovare il postino più veloce del west, ma anche se atleticamente pronto i tempi erano comunque dilatati. Una settimana se tutto andava bene.

Ma era quella settimana che donava a quello spazio tempo il sapore dolce dell’attesa. Nella speranza che col tempo non divenisse amara come una medicina. Il momento tra l’invio della missiva e l’arrivo della risposta si riempiva di sogni, di voli nella fantasia, di speranze, di cuori pulsanti e corpi tremanti! Intrigava l’alchimia che si generava tanto era affascinante e allo stesso tempo inspiegabile questa presenza/assenza. La delusione o la disillusione non avevano fretta di manifestarsi. Oggi ci sono le mail, ci sono gli sms, c’è facebook, twitter…..oggi tutto è immediato, tutto avviene in tempo reale, tutto scivola via rapidamente senza dare il tempo di metabolizzare il contenuto che una parola ha…perché la stessa è già stata sostituita da altro…

Ricordo ancora quella lettera che ricevetti una mattina di agosto di tanto tanto tempo fa, che iniziava con il verso di una canzone…”Da quando ho perso te a volte credo di aver smarrito anche tutto il mio coraggio e desidererei solo che Dio mi mandasse una parola, che mi desse qualcosa d’aver paura di perdere…”. Oggi l’idea solo che si possa scrivere qualcosa del genere potrebbe far diventare la pelle stile cappone, dobbiamo, ma io ancora no, accontentarci di semplici e velocissimi TVTTB:-)

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