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I miei affezionatissimi lettori si chiederanno dove ero finito? Niente di grave invero. Un periodo un po’ così ha affievolito la mia vena di aspirante scrittore. Succede. Non che non avessi voglia di raccontare, ma il mio umore del momento condiziona molto anche il modo di scrivere ed io non sono persona che riesce a parlare di cieli sereni quando fuori sta piovendo.

E siccome non avevo voglia di deprimere il lettore con scritti minimalisti ho accantonato per un po’ questo esercizio. Come già anticipato la mia preparazione ha subito uno stop improvviso e anche abbastanza anomalo. Fino al lungo di 34 km previsto per metà settembre tutto procedeva per il meglio. I ritmi non erano più quelli di una volta, ma una serie di buoni lavori mi aveva indotto a ritenere che potevo tranquillamente correre sotto le 3 ore. La mia gamba sinistra aveva qualche problemuccio ma tutto sommato mi lasciava correre. L’umore era buono, l’estate procedeva, mi sentivo positivo dentro. I mie allievi confortavano il mio impegno verso di loro con ottimi allenamenti. Poi quel lungo è stato solo l’anticamera dell’inferno che mi attendeva nelle settimane successive. Sto esasperando il concetto. Mi si sono indurite le gambe al rientro senza un apparente spiegazione. Dopo, nei giorni successivi, non è stato più possibile riprendere a correre decentemente. Le ho fatto respirare un poco, le ho dato i giusti giorni di riposo per recuperare in modo adeguato…non è servito a niente. Ogni volta che riprovavo a riprendere s’indurivano i quadricipiti dopo pochi chilometri. Ho provato durante i fine settimana a mettere distanza senza sostanza ma ho sempre portato a termine i lavori in modo faticoso, molto faticoso, e ho terminato sempre in panne con le gambe che mi rimproveravano di averle fatte soffrire. Ho accantonato ogni velleità cronometrica per Francoforte. M’interessa adesso solo riuscire a correrla cercando di stare sui 5’ a chilometro che è un andatura che non tengo nemmeno nel riscaldamento quando sto bene. Ma ho comunque desiderio di provarci. Piano piano, con qualche sosta, l’aiuto di qualche collega sono convinto che posso farcela senza troppi danni. Poi mi fermo….non so per quanto, ma mi fermo e mi prendo cura di me stesso perché mi sembra che abbia bisogno di ricostruirmi in tutti i sensi. Fisicamente, mentalmente….a livello di spirito! Sarà un lungo inverno quello che aspetta….

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