Ci sono dei periodi strani che attraversano il tuo cammino. Non posso che confermare di viverlo aspettando che passi. Sono quei periodi dove la legge di Murphy vive solo per te. Se qualcosa deve andare storto stai tranquillo che lo farà! Per fortuna sono solo periodi.
Dicembre mi ha ridato la voglia di correre senza esagerare. Di creare un piano di allenamento in cui recuperare sedute che solitamente trascuriamo così come accade quando si perde l’amore. Soffermarci su un po’ di mobilità articolare, dedicare del tempo alla tecnica, lasciare che ogni giorno sia diverso dal giorno prima e questo senza mai tralasciare il piacere di tanto in tanto di spingere un poco di più, per brevi tratti ma comunque con più intensità. Correre e divertirsi, correre e soffrire un pochino. Dicembre mi ha riportato a visitare sentieri che da svariati mesi non avevo più frequentato, scoprendo quanto sia piacevole zigzagare per selve oscure, ripercorrere il vialetto degli innamorati, ritornare nella promenade, salire e ridiscendere tra querce e pini al ritmo che detta il tuo cuore. Dicembre mi ha riportato giù in quel di Casteddu in compagnia di quella sagoma di Gegia. L’uomo più divertente del mondo. Avevo voglia di rivedere i miei Blood Brothers, avevo voglia di rincontrarli e di passare del tempo con loro a fare quello che più ci piace fare….correre ridendo insieme.
Sono bastate poche telefonate per trovarci tutti e quattro d’accordo sulla data. La cosa più importante era che la legge di Murphy si dimenticasse di me per una giornata. Devo ammettere che ci ha provato a mettere il bastone tra le ruote ma per fortuna alla fine è filato tutto liscio. Innanzitutto un consiglio che vi dò è quello di evitare di rivedersi tutta la serie di Lost come ho fatto io nell’ultimo mese. 114 puntate una dietro l’altra con apoteosi finale nel giorno di Santo Stefano con le ultime 4 puntate in sequenza che hanno martoriato una volta di più il mio cuore già malconcio di suo. Impossibile non commuoversi. Il viaggio del giorno dopo si dipingeva di una malinconia nemmeno velata. Alle 9.00 Gegia era a Nuoro come da accordi e alle 10.45 eravamo sotto casa del Ser. I tre dell’Ave Maria non erano a conoscenza dell’intruso di Ozieri. Una sorpresa preparata a dovere. Non sto a raccontarvi le risate di Luigi nello scoprire il pacco regalo che ha da subito orientato la giornata verso la positività cercata. Poi breve viaggio verso Marina Piccola dove ad attenderci c’era il Budrons che così come il Ser non ha potuto trattenere la gioia per il pacco sorpresa. Ferillo in questo momento non è del gruppo per un improvviso contrattempo che gli impedirà di fare la corsa del 27 come da programma. Ma ci raggiungerà dopo quando si tratterà di intrattenerci davanti a qualche sfizioso piatto vegetariano.
La corsa dei quattro è cadenzata e facile direzione l’Ottagono. Una leggera brezza non impedisce di goderci il Poetto, il suo mare, i casotti, le saline, la spiaggia rovinata dall’intervento dell’uomo, la vitalità che c’è sempre in questo posto in ogni momento dell’anno. Il sole non è forte ma è piacevole. Si parla poco seriamente, si ride, si ricorda, si divaga, si anneddota, si sbircia e si va sempre più veloci…chilometro dopo chilometro. Al rientro la progressione miete la prima vittima, Gegia, cede leggermente il Budrons, mi trascina a ritmi impensabili il Ser negli ultimi due chilometri. Peccato non ci sia il Ferillone adesso! 10 chilometri sono pochi ma sono tanti per capire quanto mi sento legato a questi quattro individui. Blood Brothers li chiamo perché so che ci sono sempre soprattutto in questo momento non proprio facile aiutano a rimuovere i fattori che condizionano l’umore, anche se solo nel breve arco di una decina d’ore. Mangiare insieme, passeggiare di primo pomeriggio in una città svuotata, meravigliarci del Gegia che non ha mai visto il Bastione Saint Remy e il centro storico di Cagliari, scrutare i segni dell’età che avanza ma che non scalfisce la positività che vedo in loro, la luce che li circonda.
Grazie Blood Brothers
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