Con l’addio di febbraio sono divenuti due i mesi in cui ho potuto correre consecutivamente senza soste. Lo stop forzato dalle competizioni, ma in parte anche ricercato, e una condizione fisica a tratti precaria ha consentito di orientarmi verso una metodica d’allenamento differente rispetto alle annate passate.
E se da una parte mi sono mancate le uscite col resto del gruppo per svolgere allenamenti mirati alla maratona dall’altra ho riscoperto il gusto di poter variare, e tanto pure, il mio training giornaliero.
Forse la cosa che più mi è piaciuta di questo periodo è stata la mancanza di programmazione. Ogni seduta lasciava spazio alla fantasia del momento, alla condizione del momento e anche allo stato d’animo del momento. Una bella giornata di sole stimolava il rientro in pista, pioggia o vento mi dirottavano in un fartlek in pineta, pensieri scuri mi facevano correre in libertà verso le vette del monte, la positività richiamava qualche lavoretto più impegnativo.
E adesso sono cresciuto. Non sono più forte, come standard medio di categoria, come tre anni fa ma mi sento molto soddisfatto lo stesso. La mia tenera età induce a riflessioni più lunghe sull’opportunità di sfruttare in eccesso il mio corpo. Piccoli acciacchi che sono un campanello d’allarme.
Ecco allora lo stretching, la mobilità articolare, i richiami alla tecnica, l’ausilio della palestra e spesso la sera a casa infilo il cd che ho voglia di ascoltare in solitudine, che so il Joe Bonamassa acustico versione Teatro di Vienna, e ritaglio uno spazio importante per far lavorare un poco quei muscoli che la fretta ci fa trascurare. Non avere compagni di viaggio dilata i tempi in cui puoi lavorare solo su te stesso. C’è più tempo per leggere un bel libro regalato da un caro amico, c’è più tempo per volare con la fantasia in compagnia dei miei amati fumetti, c’è più tempo per vedere le meravigliose olimpiadi invernali, c’è più tempo dove sentirsi soli sembra paradossalmente un regalo.
Quanto durerà questo momento? E chi lo sa. Ma fin quando potrò infilare le mie scarpe, fin quando potrò sentire il freddo sussultare ogni parte del mio corpo, fin quando esisterà un motivo per cui il risveglio mi sembra sempre così dolce….penso potrà essere infinito
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