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Credo che farò poche gare questo 2014. Ovviamente quelle organizzate dalla nostra società e qualcun’altra per far visita a qualche amico. Ho girato tanto negli anni in Sardegna e adesso sento di aver bisogno di una pausa.

Perlomeno di una pausa da tutto ciò che prevede una competizione. Mi piace l’idea di correre libero da programmi vincolati da seguire con eccessivo rigore. Mi piace l’idea di non dovermi migliorare e di non dover andare più veloce. Una maratona? Forse in autunno se ritrovo gli stimoli giusti. Una cosa che mi piace invece di questo periodo è proprio la sensazione fisica di non provare stanchezza che credo sia da attribuire proprio all’assenza di un periodo di allenamento troppo impegnativo in cui c’è molta intensità ed estensività. Forse anche troppa. Svegliarsi al mattino e non avere sensazioni di gambe stanche e affaticate è grandioso.

 

Il massimo che mi sono regalato è qualche uscita di 15 km, ma davvero rara. Ho invece privilegiato dedicarmi a esercizi di tecnica, al fondo facile seguito da variazioni di ritmo e a qualche lavoretto in pista molto soft. Oggi anche l’idea di un solo 1000 in pista veloce mi spaventa.

 

Una cosa che invece sto apprezzando molto e che mi sta regalando molte soddisfazioni è seguire gli amici e le amiche in un percorso di crescita. Stilare un programmino settimanale è facile e se periodicamente ricevi i resoconti degli atleti lo è ancora di più perché ti aiuta a correggere eventuali errori o a cambiare direzione quando vedi che sei in una fase di stallo. Ti aiuta a rallentare o a velocizzare a seconda di quella che è la loro percezione del periodo. A volte, e ultimamente accade spesso, hai solo voglia di correre così senza la fissa dei ritmi e allora ti capita di affiancare direttamente l’amico o l’amica di turno svolgendo con loro l’allenamento. E’ bello correre insieme a chi ti vede come una persona capace di trasmettere esperienza, ti fa sentire onnipotente. Con le giuste proporzioni. Nelle ultime settimane ad esempio ho svolto con loro alcuni lavori, in pista o sullo sterrato della pineta, cercando di trasmettere piccoli segreti o semplici suggerimenti che per i neofiti della corsa sono linfa vitale per non esplodere. Certo bisogna stare attenti a non essere bombardati di soluzioni che provengono da più parti. Io personalizzo molto i consiglio che do, nel senso che preciso sempre che, al di là delle regole generali valevoli per tutti, quello che propongo è la mia sensazione, il mio modo d’intendere la pratica podistica e che non è detto valga per tutti.

 

Per innamorarsi della corsa, che soprattutto all’inizio è fatica e anche dolore per chi non è abituato a stare sulle gambe e sente il suo corpo più come un peso che non come una macchina efficiente, bisogna far si che i carichi siano leggeri e divertenti. Saper diversificare, saper dare stimoli allenanti, saper migliorare tecnicamente anche la propria corsa all’inizio è l’approccio migliore per far avvicinare una persona a questa semplice attività. Per catturarla del tutto devi invece contagiarla mostrandole tutto ciò che potremmo definire l’indotto della corsa: i nuovi amici, nuovi percorsi inesplorati, nuove città e nuove località, diversi modi di pensare e di osservare… E poi il piacere di poterlo fare sempre in ogni condizione, da solo se ricerchi te stesso insieme se hai bisogno di reciprocità e condivisione…la corsa comunque l’immagini e la pratichi è sempre un esercizio meraviglioso… Ma anche la motivazione che riesci a infondere riveste una funzione determinante.

La tua passione, ma mai ossessione, è il vagone più comodo del treno che si vuole far prendere…

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