Questo sito web utilizza cookie tecnici necessari per il corretto funzionamento delle pagine; NON sono utilizzati cookie di profilazione finalizzati all'invio di messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dall'utente nell'ambito della navigazione in Rete. Il sito web consente l'invio di cookie di terze parti (tramite i social network). Accedi all'informativa estesa, per leggere le informazioni sull'uso dei cookie e su come scegliere quale cookie autorizzare. Cliccando sul tasto "Va bene, ho capito!" o proseguendo nella navigazione, si acconsente all'uso dei cookie. Diversamente è possibile leggere l'informativa estesa.

Commenti sulle Gare
Typography

A esser sincero, dopo aver chiuso Cagliari abbastanza affaticato, l’idea di dover affrontare due mesi dopo un’altra Maratona un po’ mi preoccupava.

Non tanto per ambire a chissà quale tempo, visto che da alcuni anni queste prove le affronto con preparazioni sommarie, ma perché ho preso atto che una giornata calda riesce a farmi andare ko con facilità, e ai primi di Giugno questo rischio è concreto anche nel Nord Europa. Precisamente ad Hoorn, piccola cittadina olandese, sita 30 km a nord di Amsterdam che si affaccia nella grande baia di Markemeer, un lago artificiale di acqua dolce, meta turistica di tanti naviganti indigeni. Di questa località da anni mi parlava Oebe, amico e compagno di diverse avventure podistiche. I suoi trascorsi giovanili li aveva vissuti proprio qua, dove tuttora vive la sua famiglia. Non ci ha messo molto a convincermi. Mi piace viaggiare, se poi al viaggio ci abbino una 42 km, per me ho già ottenuto il massimo. E se poi in questo viaggio vengo affiancato dai miei due amici inseparabili Giovanni Maria e Walter, anche il divertimento è assicurato. 4 giorni riteniamo siano sufficienti per allentare un po' di preoccupazioni giornaliere e ridarci una bella carica mentale al rientro. Si parte che in Sardegna ci sono quasi 30° ma sappiamo bene che in Olanda la temperatura non supererà i 16°, condizioni quindi ideali per correre, il cielo per nostra fortuna sarà quasi sempre limpido e solo l'ultimo giorno qualche nuvola apparirà all'orizzonte. Atterriamo a Eindhoven nel primo pomeriggio di Sabato e con un auto a noleggio in poco più di un ora e un quarto saremo nel piccolo centro. Circa 140 i km fatti senza incontrare un leggero dislivello. Il paesaggio rimarrà asettico per tutta la durata del tragitto e verrà spezzato solo al passaggio di qualche centro urbano. Il verde predomina e chi è abituato a vivere in una regione arida come la Sardegna, avverte in modo netto la differenza. L'impatto avuto all’arrivo ad Hoorn è contenuto. C'è poca gente in giro e i negozi sono come da tradizione olandese chiusi da presto. Ma è impossibile non notare l'ordine e la pulizia che regna nella città e soprattutto come non esista cittadino del luogo non proprietario di una bicicletta. Breve sosta in albergo dove condividerò la stanza con Walter e poi via per una bella carbonara in un ristorante italiano gestito da Sardi. La prima notte passa insonne causa caldo insopportabile e alle 5.00 sono già sveglio con l’arrivo anticipato dell’alba. L’albergo dista 300 metri circa dalla partenza della Maratona che prenderà il via alle 9.30 e sarà seguita successivamente dalla mezza, da una 10 km e da una 5 km che porterà il numero dei partecipanti a un totale di circa 3000 podisti. La mia gara conta poco meno di 100 atleti, facile immaginare che si correrà prevalentemente in solitario. Allo sparo, ci si da un in bocca al lupo con i compagni di viaggio e ognuno correrà ai propri ritmi. Il percorso gara risulterà essere completamente pianeggiante, salvo qualche lieve salitina che non inciderà sul rendimento. A parte i primi 3 km corsi all’interno del centro storico tutto in lastricato, poi si seguirà un percorso molto lineare dove prevalentemente si correrà fiancheggiando l’affascinante lago Markemeer lungo l’argine dello stesso, dove, lungo il tragitto si ammirano le numerose aziende zootecniche, sicuramente la risorsa maggiore della zona, le tante villette prese d’assalto dai turisti e i caratteristici mulini a vento. A parte il primo km corso con alcuni podisti forse un po’ troppo velleitari, per 41 km affronterò la mia cinquantasettesima Maratona in solitario. Non mi pesa sinceramente, sono abituato dai tanti lunghi corsi in solitudine lungo le strade della Baronia. 4’30 è il ritmo che penso di valere, anche se prevedo una possibile crisi dopo il 36/37° km causa una preparazione molto approssimativa e in particolare, convinzione avuta a fronte di un ultimo lungo andato non molto bene. Le gambe girano da subito, trovo il ritmo adeguato e per niente faticoso . La temperatura è perfetta. Il sole scalda la fronte ma non è cocente. L’organizzazione è ottima, incroci presidiati e rifornimenti puntuali ogni 5 km. Mi rendo conto da subito che mi trovo tra le prime 10 posizioni, seppur con netto distacco da chi mi precede. Il tempo passa in fretta grazie a un panorama affascinante. Le diverse villette poste in prossimità del lago hanno tutte dei giardini spettacolari e in alcune invidio i padroni di casa che fanno la colazione fuori durante il nostro passaggio. Non mancano gli incitamenti del poco pubblico. Al 16° km si ritorna verso il centro della città e inizio a incrociare gli altri maratoneti e la distanza che mi separa da loro. Incontro Giovanni Maria che ha meno di 1 km di ritardo, un rapido calcolo mi fa pensare che sta andando velocino. Walter invece lo incrocerò intorno al 18° km e mi comunica che viaggia a 5’10, ritmo giusto. Supero la mezza in modo tranquillo in 1h35’43” come da programma nonostante un forte vento nella via del rientro. Inizio a incrociare gli atleti della mezza che rompono la monotonia della solitudine, anche se a me non dispiace, sono molto concentrato. Un keniano è in testa con vantaggio abissale, e sarà l’unico che mi raggiungerà e supererà prima di affrontare il secondo giro. Incrocio anche Oebe posto in discreta posizione nella mezza, ma durerà il fluido magico? Rispetto al primo passaggio in città quando non c’era nessuna anima in giro, ora il centro si è popolato di tantissima gente. La piazza principale è gremita, la musica è trasmessa ad alto volume e gli esercizi pubblici sono affollati di persone che bevono, mangiano e si divertono. Sono al 28° km, so già cosa mi aspetta nel secondo giro, più corto ma con il vento che diventerà protagonista. Le gambe sono buone e comprendo che non avrò difficoltà a chiudere questa prova. In questa ultima fase ho l’opportunità di raggiungere 4 atleti entrati in crisi. Con il mio inglese porcheddino incito a non mollare. Il ritmo non cala, temo solo gli ultimi 6 km che saranno nuovamente controvento. Per fortuna coincide con il recupero di tanti atleti della mezza maratona, partita 1 ora dopo. Li osservo mentre li supero, prevalentemente sono taglie extra large o podisti di una certa età. In questa fase ho l’unica piccola crisi, il vento mi fa innervosire e per due km il crono sale sopra i 5’ ma come si scende dalla diga riprendo nuovamente il ritmo iniziale. L’ultimo km è dentro la città ed è tanta la gente che mi incoraggia. Passo nella piazza centrale, Lo speaker urla il mio nome, curva a dx e ultimi 400 metri rettilinei nella via dello shopping, con i 50 metri finali come da tradizione a braccia alzate, tempo 3h12’11”. Batto il cinque a Oebe che è bello cambiato subito dopo il traguardo. Ha corso la mezza in 1h47, più lento del previsto ma contento. L’albergo è sito a 50 metri dall’arrivo, ci metto quindi 10’ per docciarmi e attendere l’arrivo degli altri due. Mentre al sole consumiamo un bel boccale di birra, arrivano prima Gianmario e poi Walter, il primo in 3h39 e il secondo in 3h53, entrambi contenti seppur provati. Tutti condividiamo si sia trattata di una bella Maratona. Poco partecipata ma con un percorso suggestivo e ben organizzata. Da questo momento inizia un altro viaggio. Non dobbiamo più seguire regole ferree e fare diete particolari. La birra scenderà a fiumi e sarà sempre di ottima qualità. Prenderemo d’assalto locali caratteristici e inizieremo a mangiare in modo abbastanza disordinato, e soprattutto faremo visita ad Amsterdam, splendida Capitale di questo piccolo Stato. Passeggiare nelle vie del centro e in particolare nella famosa zona rossa con due esperti luogotenenti e un indigeno, crea tantissime situazioni divertenti che rendono la trasferta movimentata e da replicare in futuro. Singolare quando Walter e Gianmario cercano di stabilire se nell’aria gli aromi respirati siano relativi a Mariuana o Hasish, per non parlare del reparto vetrine dove la curiosità dopo un po’ si trasforma in disagio e tristezza. Diverse invece saranno le soste nei tanti locali all’aperto. Abbiamo abusato dell’ottima birra locale, ma sono quegli abusi contenuti o meglio moderati, dettati anche da un periodo stressante che necessitava di essere sfogato. Amsterdam rispetto al 2009 quando feci la mia prima apparizione, non è cambiata. Molto movimentata, dinamica e graziosa. Tanti gli esercizi commerciali presenti e meta per i turisti desiderosi di fare acquisti, tra questi noi, che rientreremo da questa fantastica trasferta con dei regali per i nostri affetti. Alla prossima!

BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS