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Blog - Carla Fadda
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Dopo una settimana di lavoro, il sabato pomeriggio, è grande la tentazione di buttarsi sopra un divano indossando una comoda e vecchia tuta, telecomando da una parte e cibi sfiziosi da sgranocchiare dall’altra. Per fortuna la maggior parte delle volte si sfugge grazie a piacevoli impegni che ti distolgono da tale richiamo, trasformando un sabato qualunque e sedentario in un incontro piacevole e in movimento.

Orani 2Orani, 17 ottobre, ore 15, pronti davanti al bar da Tildo, fronte pineta di Ugolio, con i ragazzi del settore giovanile, i tecnici, i dirigenti responsabili e qualche genitore: direzione Orani. Bel pomeriggio, abbigliamento troppo pesante per il caldo anomalo rispetto alle previste temperature stagionali; i ragazzi fanno gruppo, scherzano con gli allenatori, si riscaldano e guardarli allieta l’animo. Rifletto su quanto queste esperienze li formeranno, quanto saranno imprinting per la loro vita futura. Non tutti diventeranno dei campioni ma sicuramente accumuleranno esperienze e insegnamenti che se sapranno usare saranno una grande ricchezza per essi stessi e per chi avranno al loro fianco.

Quando alla fine delle gare si stringono la mano o si abbracciano mi commuovo sempre; accettare che qualcuno, in un determinato momento, in una certa situazione, possa essere stato più bravo di noi e complimentarsi o magari prendere esempio, cercare un ulteriore confronto, è una capacità che gli adulti tendono a perdere.

Orani 3Altra cosa che, mi rendo conto, calamita l’attenzione di tutto il pubblico unendolo, sono i bambini più piccoli che a volte nelle loro prime gare di corsa fanno gli ultimi metri piangendo ma continuano fino all’arrivo accompagnati dal forte incoraggiamento di tutti e gli emozionanti applausi finali. Un insegnamento al non arrendersi mai, ad arrivare per godere di quella gioia che solo un traguardo raggiunto, sportivo o in altro contesto, ti può dare, situazione che gli allenatori, prima di tutto sempre educatori, devono analizzare con i propri atleti, sia quelli che hanno svolto la loro prima gara, sia quelli che dell’atletica hanno fatto una vera e propria scelta di vita.

Mi ritrovo a parlare, e non poco, con genitori di altri ragazzi iscritti alla nostra o ad altre società e la considerazione è comune: tante piccole realtà nel nostro territorio degne di rispetto e stima per il lavoro svolto con i giovani che vivono l’appartenenza al gruppo come l’essere componenti di una grande famiglia e anche il solo immaginare di passare ad un’altra società diventa un po’ come rinunciare al proprio cognome, alla propria storia.

Mi piace l’allegria, l’entusiasmo di atleti, organizzatori, giudici, tecnici e genitori; tante emozioni, personali raggiunti, scintillanti medaglie, belle magliette con il titolo di campione provinciale da portare con orgoglio ma… Questi campi sportivi devono ancora essere riempiti, l’atletica sarda può crescere ancora  soprattutto a livello giovanile, non dimentichiamo questo importante obiettivo, Amatori di tutta l’Isola, entusiastici portatori di esempi concreti verso le nuove generazioni.

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