Carissime e carissimi.
Desidero chiedere pochi momenti della Vostra attenzione per complimentarmi, pubblicamente, con tutto il gruppo che ha lavorato per la realizzazione dell’ultima edizione Corsa Rosa.
Tengo, in particolare, a sottolineare la capacità con cui sono riusciti a coinvolgere tante persone che, sommessamente, hanno offerto un po’ del loro tempo per contribuire alla buona riuscita della manifestazione. Questo è l’atteggiamento che distingue le persone che fanno i fatti da quelle che i fatti, appunto, li fanno solo a parole.
Non sto qui a scrivervi delle cose che vedo nel mio lavoro ogni santo giorno. Desidero, però, esporvi un aneddoto che ho colto durante la manifestazione.
Ad un certo punto, infatti, ho notato una ragazza che dopo aver partecipato, applaudendo, a tutta la presentazione, si era appartata dal gruppo delle sostenitrici. L’ho guardata in viso cogliendo quell’espressione che ho imparato, purtroppo, a riconoscere. Lo sguardo triste, infatti, tradiva il disagio che, a stento, riusciva a mascherare. L’ho osservata mentre si avvicinava a una delle nostre socie che, con l’evidente esperienza di madre, ha cercato di instillarle la forza e la determinazione per superare quel momento, consigliandola con parole di amore e coraggio.
Ora, non chiedetemi chi era quella ragazza perché non lo so. Era una donna in difficoltà che, probabilmente, vedeva la vita senza un futuro. Non chiedetemi, nemmeno, chi era la nostra socia. Era una chiunque di Noi che, invece, le insegnava qual’era il futuro, mostrandoglielo.
Ho sincera ammirazione per tutte “le nostre ragazze” che hanno lavorato per il successo della manifestazione e apprezzo, in particolare, quella nostra “mamma” che parlava a quella sconosciuta come se parlasse a una delle sue figlie.
Complimenti.
Walter