Questo sito web utilizza cookie tecnici necessari per il corretto funzionamento delle pagine; NON sono utilizzati cookie di profilazione finalizzati all'invio di messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dall'utente nell'ambito della navigazione in Rete. Il sito web consente l'invio di cookie di terze parti (tramite i social network). Accedi all'informativa estesa, per leggere le informazioni sull'uso dei cookie e su come scegliere quale cookie autorizzare. Cliccando sul tasto "Va bene, ho capito!" o proseguendo nella navigazione, si acconsente all'uso dei cookie. Diversamente è possibile leggere l'informativa estesa.

Commenti sulle Gare
Typography

Nel 2017 più della metà delle Federazioni, 23 su 44, ha chiuso in perdita bruciando una cifra superiore a 10 milioni di euro. Tutti, o quasi, soldi pubblici.


Viaggio nel tunnel degli orrori della gestione patrimoniale delle diverse federazioni e la dice lunga sulle capacità gestionali dei dirigenti quasi sempre “prestati” allo sport (e si vede) con scarse o nulle capacità manageriali.
Tanto, nello sport italiano, nessuno paga gli sperperi di denaro è quasi tutto denaro pubblico, e la normativa di settore solleva da quasi tutte le responsabilità penali chi di fatto porti al dissesto intere federazioni.
Dove sono finiti quindi quei soldi? Per pagare cosa? Come? Visto che è denaro pubblico, non sembrerebbe infatti tollerabile che venisse utilizzato dissolutamente senza una responsabilità anche penale della sua gestione. Vedremo cosa succederà.

Solo una parte dei contributi (forniti dallo Stato) finisce effettivamente all’attività sportiva e agli atleti.
Infatti la maggior parte del denaro servirebbe per mantenere “gli enormi carrozzoni di minuscole discipline, l’esercito di dipendenti e dirigenti, i palazzi da mantenere, e le grandi manifestazioni da organizzare“.
70 milioni di euro all’anno andrebbero solo per il personale delle federazioni (ma anche diarie, affitti, rappresentanza).
Nel 2017 è entrato in vigore l’obbligo di far certificare il bilancio da una società specializzata: da qui l’emersione dei tanti bilanci traballanti.
7 federazioni, sono tecnicamente in bancarotta” (ma non preoccupiamoci, per ora non c’è l’atletica, ma il triathlon, il ciclismo, baseball e addirittura il rugby).
Se fossero aziende sarebbero già in Tribunale, ma le federazioni non possono fallire, e così i soldi ce li rimette pantalone, ovvero lo Stato... ovvero noi (e nessuno dei dirigenti responsabili paga le proprie gestioni come dovrebbe di fronte allo Stato, cioè noi).
Il Coni che fa ?
ll Coni di Giovanni Malagò non fa “...nulla, o quasi“. Un pò sarebbe vittima per debiti ereditati dal passato, un pò sarebbe “complice“.
Caso incredibile nel ciclismo con un deficit di oltre 2 milioni di euro, con passivi dal 2014. Ma per il Presidente Di Rocco “è tutto a posto“. Lo Statuto del Coni prevederebbe il commissariamento non per i risultati sportivi non ottenuti, ma proprio per l’irregolarità nella gestione . “Il Coni ha sempre approvato il bilancio
La Federazione Sport Equestri è stata commissariata (unico caso) nel 2013 per 3 bilanci falsi (9 milioni di euro di buco al tempo, oggi scesi a 2,7).
Il rugby avrebbe la situazione più grave al momento: sapevate che le 2 squadre che giocano nel Pro-12 (il torneo internazionale) venivano pagate dalla Federazione? Oltre 10 milioni di euro all’anno per arrivare sempre agli ultimi 2 posti. E poco o nulla per il rugby di base.
23 federazioni su 44 sarebbero in debito: 11,7 milioni di euro di rosso. Poche entrate e affidamento quasi totale ai contributi statali “e non li utilizza neppure con parsimonia“.
La Fidal: “ha chiuso in passivo di 1,3 milioni, proprio per la svalutazione di vecchi crediti fittizi e immobili. Poi ci sono le spese: 22 milioni di euro per la preparazione nell’ultimo quadriennio, difficilmente giustificabili se si pensa alle zero medaglie tra le Olimpiadi e i Mondiali” (oddio, una, n.d.r., ma poco cambia).
Record per il Golf, 4,4 milioni di euro di passivo (ma poi riceverà 60 milioni di euro pubblici per organizzare la Ryder Cup dal Governo...).
Per fortuna ci sono alcuni sport in attivo, come pallavolo, calcio (sì, il calcio, nonostante il taglio del 50% dei contributi pallacanestro e nuoto.
Ci sono carrozzoni federali, difficili da concepire come Federazioni Sportive, come lo Sci Nautico e la Danza, che nonostante tutto vengono pagate con denaro pubblico. Ma incredibile è il caso della Pesca Sportiva, che “conta 1000 dirigenti federali e riceve più di un milione e mezzo di euro all’anno per le sue risorse umane“.
Le bocce avrebbero speso più di un milione di euro per le trasferte. Il pentathlon incredibilmente 115 mila euro “per i servizi informativi e rifarsi il sito web”.
E altri esempi paradossali, come i 700 mila euro della federazione di ping pong per la preparazione olimpica... ma italiani alle olimpiadi nel ping-pong non ci sono stati.

BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS