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Castello di Casale MonferratoVenerdì 31 maggio, anno corrente di nostro Signore, ore 20:00, sarà celebrata la gioSTRA di Casale Monferrato, incontro al Castello dei Paleologo, marchesi del Monferrato; così recitano gli avvisi pubblici, letti e gridati in ogni angolo del marchesato e nei dintorni.

L'avvicinamento a quest'evento è articolato e pieno di insidie, soprattutto nelle ultime settimane, ma la decisione è presa. Nell'ampia area dinanzi al Castello i cavalieri di ogni landa si radunano diligentemente, ma diversamente dal solito, la gioSTRA, non vedrà l'utilizzo di cavalli, né di armi e allora si depositano asce, lance, mazze e spade, insomma il necessario per ingaggiare le sfide fra i duellanti.

Il gran cerimoniere di corte annuncia una corsa di 8 km, sbigottiti. Si indossano allora calzoni corti e canotte inusuali. Di rilievo appare immediatamente l'effige della terribile formazione di Arquata, il cui rappresentante è osservato con ammirazione da tutti per la forza e resistenza palesemente superiore agli altri. Non mancano i portacolori della città e quelli della manifestazione con la rappresentazione dei simboli del marchesato: una brocca di nettare di bacco e i curiosi biscotti chiamati Krumiri!
Alla partenza i familiari stretti, i miei, ci sono tutti e quelli che mancano osservano da lassù, uno intento a riparare qualche attrezzo agricolo, l'altra a preparare dei succulenti agnolotti per i suoi commensali. Gli Amici? Quelli no, nel sentire sempre vicini, lontani fisicamente, su un'isola, in quella terra scombussolata dalle incursioni saracene: Agguantade frades!

Via si parte, Eolo non è clemente e spira con la sua forza e la sua ira, ma non è certo questo che intimorisce i contendenti, un passo dietro l'altro, il respiro affannato, sempre più affannato e i muscoli che si irrigidiscono con il trascorrere della sabbia nella clessidra e le posizioni si consolidano. Finisco le mie fatiche in quinta posizione non distante dal terzo, ma lontano dai primi due. Onore e gloria allora sono per loro: Di Pietro-Canepa-Di Maio.
Un fendente di alabarda però mi trafigge l'animo, gli occhi e le parole di delusione di mio figlio per il mancato traguardo sono di difficile digestione, inutile spiegargli i valori professati da De Coubertin, siamo nel Medio Evo e il barone arriverà solo fra 500 anni!!

Al risveglio da questo volo pindarico potrò raccontargli che questa è la vita di noi duellanti, alla ricerca del limite, una volta si guadagna fama e celebrità e l'altra si rende onore alle armi a chi è stato semplicemente più bravo! Questo è lo sport, questa è la vita! Ad maiora.

Fausto Deandrea
dalla Munfrà Valley

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