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Commenti sulle Gare
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Luis_biderosa2010_720_540Credo che indulgere sia il verbo più appropriato per parlare della 3° edizione della Mezza Maratona di Cagliari e per la sua 1° edizione (ma in realtà non lo era) della Maratona. Onestamente non ho capito se le due organizzazioni, Cagliari Respira e U.P.S.,  abbiano raggiunto un accordo di collaborazione o se si tratta di un unico soggetto che svolge attività con finalità diverse ma sempre nell’ambito della solidarietà e del sociale. La cosa ha poca importanza. Innanzitutto mi pare doveroso fare una premessa. Organizzare una manifestazione a Cagliari è un impresa titanica. Organizzare poi una manifestazione podistica di 21/42 km lo è ancora di più. Il modo in cui Cagliari si sviluppa urbanisticamente rende difficile percorrerla in lungo e in largo senza creare notevoli disagi agli automobilisti i quali mal si pongono di fronte a queste iniziative che impediscono loro di fare quello che sanno fare meglio, girare in macchina sempre. Rendiamo pertanto merito a chi ci ha provato il quale immagino avrà dovuto lottare molto, avrà dovuto vincere tante resistenze e subire scelte e qualche condizionamento. Ma io spero che l’iniziativa non sia solo qualcosa di occasionale ma l’inizio di una lunga sequenza di edizioni. La grande partecipazione che c’è stata dimostra che Cagliari merita una Maratona abbinata ad una Mezza. Il percorso impegnativo non consente rilevamenti cronometrici interessanti ma almeno è vario e mai ripetitivo. Il sardo purtroppo è oramai abituato a volare verso altre capitali per correre la 42 km, e ciò per via della totale scomparsa in Sardegna negli ultimi anni della regina delle gare, per questo la stragrande maggioranza ha corso solo la distanza ridotta. Ma questo non significa che in futuro Cagliari non possa divenire l’obiettivo di tanti. Ma se da una parte devo fare il plauso per l’iniziativa non posso non pormi anche come voce critica con l’intento che le mie riflessioni siano considerate per quello che sono. Un invito a migliorarsi dato dalla mia oramai decennale esperienza di frequentatore di Maratone. La prima critica che sovviene, ed è senza ombra di dubbio l’aspetto più negativo, è il semi caos che si è verificato nella segnalazione del percorso. Atleti che si sono trovati a dover compiere 2 giri di pista (facendo almeno 2 km in più) per poi ritornare sul percorso della Maratona e ancora più grave il marasma confusionale finale che ha portato i primi a non capire niente sulla direzione da prendere determinando una conclusione della gara del tutto falsata che ha svilito il lavoro di chi si allena per quest’appuntamento. E’ vero che il fortunale che si è abbattuto ha generato non pochi problemi a chi doveva presidiare gli incroci ma le previsioni si studiano i giorni prima e si prendono gli accorgimenti necessari. Se l’acqua fosse venuta giù un ora prima cosa sarebbe accaduto con la marea di atleti della mezza? L’atleta nelle lunghe distanze è concentrato sul ritmo, sul respiro, sulla falcata. Ma perde di lucidità per via della stanchezza e dopo un certo chilometraggio ha bisogno di essere confortato da una segnalazione chiara e visibile da lontano. Altri aspetti da migliorare sono una segnalazione più puntuale e precisa dei km del percorso che nella mezza e nella maratona è doveroso fare per non sbagliare la distribuzione dello sforzo. Che alla fine paghi drammaticamente. Personalmente molti km non li ho proprio visti e mai come questa volta sono andato così lento. I ristori. Molti dei quali non sufficientemente presidiati e gestiti da personale non adeguatamente preparato alla mole di atleti che giungeva. A Monserrato ho visto di tutto. Piccoli tavolini inadeguati, al posto di lunghe tavolate già allestite, e sprovvisti dell’essenziale. Se la giornata fosse stata soleggiata e ancor più calda avremo assistito a lotte con i coltelli tra gli atleti per un bicchiere d’acqua. Le docce a pagamento mi sono parse un insulto per chi ha corso. Sicuramente ci sono anche altre piccole cose che comunque poco tolgono al valore della manifestazione. Io penso sempre che sia meglio un gadget in meno ma un servizio in più. Certo è che una Maratona deve essere programmata non in due mesi. Per questo in calendario deve apparire con almeno con 1 anno d’anticipo di modo da dare all’atleta la possibilità di pianificarla a dovere. Deve migliorare il lavoro di divulgazione verso la popolazione della manifestazione magari abbinandola ad una giornata ecologica. Impresa proibitiva perché avversata già dalla politica. Occorre inoltre, secondo me, studiare dalla maratone eccellenti che hanno già qualche anno di vita come Padova, Reggio, Treviso, Venezia etc. magari recandosi in loco per vedere ogni aspetto organizzativo. Le criticità e le soluzioni spiegate da chi fa per mestiere l’organizzatore di Maratone. Uno sorta di stage che accresca il bagaglio di conoscenze e consenta di ridurre al minimo le inefficienze e di offrire un prodotto di elevata qualità. Oggi mi sento di promuovere lo sforzo degli organizzatori che hanno comunque offerto un buon prodotto, gli aspetti positivi c’erano ed erano tanti, ma se si vuole crescere ancora di più è necessario levarsi completamente di dosso il vestito provinciale che spesso si fa indossare alle manifestazioni organizzate in Sardegna. Questa manifestazione potrebbe divenire la più importante del genere dell’isola magari supportata ancor di più dalle istituzioni, coinvolgendo il maggior numero di associazioni di volontariato, trovando uno o più partner finanziari che alleggeriscano i costi degli organizzatori. Correre a Cagliari è bello ma difficile, tremendamente difficile. Lo sforzo è molto impegnativo. Quindi luci e ombre ma anche una pacca sulla spalla d’incoraggiamento per andare avanti e lavorare per offrire un prodotto che può solo migliorare.
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