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Commenti sulle Gare
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Gruppo Maratona Roma 2010Riuscirà il Supergigik Team riprendersi dalla sonora batosta avuto dal Wolf Dream Team? Presumo che tra loro parleranno e cercheranno di comprendere cosa possa essere accaduto il giorno 21 Marzo a Roma durante la Maratona del cinquantenario e quali possano essere le cause di simile disfatta. Eppure i valori messi in campo erano ben diversi, anzi del tutto disomogenei. Da una parte Peppe Furia Cavallaro, Armando l'Oratore Porru e Paolo Palighedda Pala, capitanati da Luis, dall'altra Alfonso Kilder Gigante, Walter Trentalance Proia e Frank Spaccaossa Farina capitanati da Wolf, insomma, come assistere alla partita di calcio Brasile – Burkina Faso, il risultato pressoché scontato. Ma questa volta, qualcosa è andato storto. Non tutto è filato come l'eroe di Treviso aveva previsto, e complici, le cugurrate di Wolf il gioiello si è frantumato in tanti piccoli cocci che difficilmente potranno essere ricomposti. Il risultato finale non ammette nessuna replica. Vive le soddisfazioni nei volti del Wolf Dream Team a fine gara, abbastanza abbattuti e frastornati , ancora increduli gli altri. Mesi di duro lavoro, hanno premiato, alla fine la semplicità, la genuinità e l'autenticità di chi ha sempre creduto nel gruppo, abbattendo la prepotenza di chi, già alla partenza si credeva superiore agli altri, credo che il gruppetto sopraccitato la prossima volta cercherà di rendersi più umile. Sarà dura per il Supergigik Team riprendersi da questo duro colpo. Ma abbandoniamo le sfide e parliamo invece di quello che è stata questa sedicesima edizione della Maratona di Roma, che ogni anno che passa migliora e può essere collocata tra le più belle Maratone del Mondo. Grande l'organizzazione e spettacolo assicurato per gli atleti che corrono nei luoghi più belli della città. Sono stati due giorni intensi, massacranti ma davvero divertenti. Un grande gruppo capace ogni volta di sorprendermi. Ringrazio oltre gli Amatori presenti, anche gli amici di Tempio Rino e Walter, Luigi Mundula mio compagno di letto e amante per una notte, e Paolo Budroni che hanno condiviso con noi questa trasferta. Roma ha rappresentato per il sottoscritto la sua 38° Maratona assoluta e la 6° nella Capitale. Non nascondo che questa gara mi piace. E' dura, molto impegnativa, con 10 km almeno, fatti in quei sampietrini che alla fine trasformano i nostri poveri muscoli in poltiglia. Obbiettivo prefissato alla partenza 3h3 – 3h4', risultato finale 3h5', poco più di un minuto lo scarto, tutto sommato accettabile..... ma quanta sofferenza! Quello che avrebbe dovuto rappresentare l'ultimo lunghissimo in vista di Boston alla fine si è tramutato in un impegno pari a quello di gara. In Maratona la crisi dopo il 30° km ci può stare, ma se questa si affaccia già dal 16° km tutto diventa molto più difficile. Sono stato bravo a capire da subito che non era giornata, l'esperienza insegna, ancor di più a tenere un ritmo più cauto e rallentare leggermente, e mi do un voto altissimo per la forza mentale avuta in quei 27 lunghissimi km che mi separavano da Piazza San Pietro ai Fori Imperiali. Non è facile correre 2 ore con una vocina che ripetutamente ti invita a fermarti e ti prega di ritirarti. La svolta al 30° km, il ritmo sempre costante intorno ai 4'25"/28", polpacci ok, ma cosce durissime. L'infiammazione al piede non si è presentata, in compenso ho corso tutta la gara con il dolore all'inguine, il pube fa male e non vedo l'ora di portare a termine Boston per prendermi del meritato riposo. Però mi accorgo che recupero atleti in difficoltà, ne raggiungo e supero diversi. Mentalmente ne traggo benefici, e a quel punto cambia anche l'interpretazione di sofferenza. Prima era fisica e mentale e in diversi momenti stava per sopraffarmi, ora diventa solo fisica quindi la gestisco decisamente meglio. Il pubblico degli ultimi 10 km, un ulteriore sostegno. Mi accorgo anche che corro ad un ritmo più sostenuto nel tratto più duro della Capitale, di soli 3/4 secondi a km ma il tanto che basta per darmi maggiore fiducia. Al 35° km tra ali di folla so che non mi fermerò. Qua ci sono i momenti più belli della gara, ed è stato simpatico sentire l'amico Alessandro Cacciotto in piazza di Spagna incitarmi e forse anche un po' sfottermi, del resto a 3 km dal traguardo non dovevo rappresentare un bel soggetto da vedere. L'ultimo km una liberazione, la salita finale dura ma breve, e infine via fianco il Colosseo a braccia alzate come da tradizione negli ultimi 100 metri che probabilmente ha determinato il mancato raggiungimento dell'obbiettivo iniziale. Il resto sarà attendere l'arrivo degli altri e commentare ognuno la propria gara. Come sempre c'è chi è soddisfatto e chi deluso, in questa prova niente è mai scontato, anzi spesso mesi di preparazione non producono il risultato tanto atteso. La società si è ben comportata. C'è stato l'esordio di Luca Dettori in 3h27', le conferme di Giuseppe Cavallaro, Amando Porru, Paolo Pala e Paolo Floris, il buon risultato di Cristiano Tuppone , i problemi fisici di Pino Nocerino, Walter Proia e Franco Farina tutti stoici per aver comunque chiuso, e infine la grande prova di Alfonso Gigante un mito per il sottoscritto. Campione di simpatia e umiltà. Al prossimo anno, come al solito non mancherò di rifarla.
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