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Commenti sulle Gare
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Evviva! Il ciclo di gare che mi ero ripromesso di considerare come irrinunciabili e di correre a tutta birra si è concluso sabato 5 giugno (con una piccola coda non programmata domenica 6 giugno) con il 5000 in pista ai campionati master individuali di Olbia. Debbo dire che questa primavera mi è girato tutto per il verso giusto. Sono riuscito a ottenere gradatamente una progressiva crescita organica, la quale mi ha permesso di ottenere un deciso miglioramento anche nei ritmi delle gare più brevi rispetto alla mia amata maratona. Ho vissuto le gare come lavoro di potenza intervallando i vari appuntamenti domenicali con sole settimane di scarico e, al limite, con leggera corsa in progressione perché la maratona di Milano mi richiedeva una assoluta rigenerazione muscolo-tendinea per pensare con tranquillità a quella autunnale. Avevo posto come limite a questo periodo di "quasi cazzeggio" l'appuntamento con i 5000 su pista del 5 giugno, per lasciare al resto del mese e alla prima parte di luglio il compito di completare la rigenerazione e iniziare il potenziamento precedente alla preparazione specifica per la prossima 42. Senza rinunciare, ovviamente, a un paio di corse su strada da correre, in questo periodo di inizio estate, con la verve che sembra proprio non volermi abbandonare. Staremo a vedere se sarò ancora io a sfottere alcuni amici che ultimamente arrivano dietro o loro a rendermi pan per focaccia. L'ultima volta che mi sono intrattenuto ad annoiarvi con le mie divagazioni ho scritto della Mezza maratona di Nurachi del 2 maggio e della Maratonina di Tempio della domenica successiva. Dopodiché ho corso nell'immancabile Corri Nuoro di sabato 15 maggio e nell'incantevole e seducente Giro podistico del Guilcer. Ancora, dopo un fine settimana di scarico passato ad ammirare i triatleti dell'X-Terra, mi sono cimentato nell'adrenalinico 5000 dei campionati regionali individuali master di Olbia, di sabato 5 giugno, e in un non programmato "giro della morte" nella staffetta 4x400 di chiusura dei campionati, domenica 6. Della Corri Nuoro ho deciso di non scrivere granché perché già tanti hanno scritto, più che positivamente, di ogni singolo aspetto di una manifestazione che non stupisce più nessuno in una continua crescita di numeri e di consensi da parte della carovana dei runners sardi. Sul Giro podistico del Guilcer, invece, scriverò cercando di limitarmi al giusto, in modo da non incorrere nel rischio di annoiarvi con 15 pagine di melensi complimenti che non si addicono di certo ad un vero, ruspante, maschio-podista del nord Sardegna. Ma non posso certo esimermi dalla cronaca di una giornata da incorniciare, tanto per la mia prestazione sportiva quanto per la splendida cornice nella quale mi sono trovato piacevolmente immerso. Bene, il 23 maggio, dopo aver prelevato l'amico Nando da San Teodoro, il quale ci farà piacevolmente compagnia nel viaggio alla volta di Ghilarza, raggiungiamo puntualissimi l'ombra della torre aragonese che farà da sfondo a partenza e arrivo della nostra nuova impresa podistica. Il rituale, ovviamente, non cambia: baci, abbracci, saluti festosi a amici di tutta la Sardegna e, immancabilmente, ai padroni di casa, quest'anno facilmente riconoscibili da una "polo d'ordinanza" di colore verde. Un'ulteriore macchia di colore in una zona che sa essere tanto gialla in estate quanto coloratissima fino a quando le piogge non lasciano spazio al solleone estivo. Si parte e subito mi rendo conto che oggi dovrò soffrire maggiormente perché l'ennesimo raffreddore allergico e la conseguente asma non mi permettono di respirare al meglio. Nonostante ciò segno un primo km a 3'45'' che mi fa ben sperare anche se non basta per non essere superato e lasciato sul posto dalla controfigura del SER. E quando starà bene che dovrò fare per poterlo battere, lo azzoppo? La gara corre via veloce con ritmi vertiginosi fino al sopraggiungere del terribile gran premio della montagna che puntuale ci presenta il conto. Io, nonostante la pessima respirazione, sono in buona forma e riesco a reggere il colpo recuperando in salita diversi atleti che cedono l'onore delle armi di fronte al dio delle montagne. O perlomeno così ci sembra in quel momento il Km dall'8° al 9°. Una volta scollinato il gioco è fatto cerco di riprendere a spingere a tutta per lasciare dietro di me l'amico Alessandro; non mi sono mai voltato ma so che è lì dietro pronto a uccellarmi se mollo anche solo di poco. I due km scarsi che mancano al traguardo li corro a perdifiato e solo dopo il traguardo mi giro constatando che il caro amico Guilcerino era più vicino di quanto pensassi. Infatti taglia il traguardo solo pochi secondi dopo di me, ma comunque dopo..... ah ah ah. Io chiudo la gara in 44'09'' soddisfattissimo per una prestazione oltre le mie aspettative, visto il raffreddore che ha voluto gareggiare insieme a me. Subito dopo inizia un turbinio di piacevoli emozioni: un primo rinfresco nell'immediato dopo gara ci intrattiene in attesa delle premiazioni che arrivano veloci e ci permettono di indirizzare la prua verso la località di San Serafino, sul lago omodeo, dove ci potremo intrattenere in piacevoli aperitivi, in un ottimo pranzo e in diversi digestivi. E' un piacere vedere maglie verdi spuntare da tutte le parti con il preciso intento di viziarci, di coccolarci e di farci passare un dopo gara degno del migliore degli ospiti. In queste condizioni il pomeriggio trascorre più che piacevolmente, si dilunga maggiormente rispetto a altre occasioni, perché stiamo davvero bene, e sembra un peccato salire in macchina per rientrare a casa. Non resta che riprometterci di tornare immancabilmente alla prossima edizione per godere di un paesaggio di incredibile bellezza accompagnato dalla amabilità di chi lo popola. Maglie verdi con dipinto in volto il sorriso dell'ospitalità, sorriso che ci gratifica ben più del risultato sportivo di poche ore prima. Omettendo volutamente di nominare quelli che conosco meglio, e con i quali mi intrattengo in varie occasioni, per non fare un torto agli altri, ringrazio calorosamente tutti gli amici di Ghilarza per la splendida giornata che ci hanno saputo confezionare. Infine, tornando alla mia primavera podistica, dopo un fine settimana senza gare (quello del 29 e 30 maggio), arriva l'appuntamento con la pista. Io mi sono iscritto alla gara dei 5000 metri per provare a dare una bella botta verso l'alto ai ritmi vertiginosi che proprio non mi appartengono. La pista, come altri già hanno scritto, è adrenalina pura e come tale ho intenzione di viverla anche se non mi sono degnato di fare neppure un lavoro specifico, vista l'esigenza di scaricare che avvertivo sempre più forte. Sabato vado allo stadio alle 4 del pomeriggio per regolarizzare le iscrizioni della società, guardare le altre gare e cuocermi per benino sotto un sole che finalmente sta diventando anche troppo rovente. La mia gara sarà l'ultima della serata dandomi il tempo di intrattenermi abbondantemente in chiacchiere e saluti con gli amici presenti. La gara mi vede rilassato, perché programmata senza particolari aspettative, ma anche determinato a dare il meglio di me per sentire scorrere quella piacevole sensazione adrenalinica fin dentro il midollo. Al momento dello sparo vedo, come sempre, diversi amici scapparmi via a velocità per me proibitive come farebbe Beep Beep con Willy Coyote. Anzi no! Uno manca all'appello, li davanti!!! Provo ad affinare i sensi e sento la presenza del caro Augusto giusto incollata ai mie splendidi garretti. Mi sa che questa volta ha rinunciato a una delle sue tanto proverbiali quanto scriteriate partenze a tutta birra per fare gara su di me. Lo sfottò di questo periodo, da me perpetrato grazie a una migliore condizione di forma, pare aver messo un po' di sano agonismo in un 5000 che sarà tutto da correre, fino all'ultimo metro. Ma il caro Augusto non resiste poi tanto e dopo pochissimi giri cede all'istinto suicida e inquadra nel mirino l'amico Ivo Collu, avanti a me di circa 20 metri; sfodera una variazione da centometrista e mi lascia sul posto. Chapeau, penso io, se il duo che mi ritrovo davanti resiste fino alla fine non potrò che inchinarmi alla loro superiorità. Ma visto che in tutta la primavera li ho sempre e perentoriamente aspettati all'arrivo........ Sai che faccio, io proseguo nel mio ritmo ancora per un pò, sul filo dell'1'30'' a giro e vediamo che succede. Ecco che, di lì a poco, i 20 metri diventano 10, poi 5 e infine passo entrambi gli amici esprimendo una leggera progressione finale fino al penultimo giro. Penultimo? E perché? Be, perché da buon fesso ho perso il conto e mi sono spinto "oltre soglia", al penultimo giro e non all'ultimo, correndo quel 400 in 1'25'', per raggiungere e superare anche l'amico Franco. Il risultato è stato che appena tagliato il traguardo mi fermo e vedo Franco che, al contrario, prosegue e mi grida che manca ancora un giro. Riparto, perdendo forse 5 secondi, ma la frittata ormai è fatta, Franco non lo riprenderò più, mentre Ivo e Augusto restano ancora una volta dietro il sottoscritto...... maratoneta si ma non troppo lento. Chiudo la gara in 18'45'', alla media di 3'45'' a km, con la consapevolezza che se lavorassi sui ritmi veloci potrei fare di meglio e la cosa mi soddisfa alquanto. La domenica, poi, io, un maratoneta, mi lascio coinvolgere nella gara di chiusura, correndo la seconda frazione della staffetta 4X400!!! Divertimento allo stato puro, corro la mia frazione in 1'10'' circa e scopro che negli ultimi 100 metri del giro della morte ti si possono indurire pure le orecchie. Non resta che mettere il costume e andare al mare per archiviare campionati, giornata e primavera sportiva nel migliore dei modi: ovvero con un bagno rigenerante, in compagnia di amici corsaioli e non, a programmare qualche gara estiva e la prossima stagione autunnale, di cui non mancherò di darvi conto se sarete sopravvissuti a questo "breve" articolo (SuperGigik questa volta penso proprio di averti battuto.ah ah ah......).
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