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Rassegna Stampa
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Atletica, la Fidal bacchetta Sergio Lai
Una sentenza condanna l'operato del presidente regionale.

La storia sembrerebbe simile a tante altre: una squalifica, un ricorso, l'annullamento della squalifica. Ma quella andato in scena tra Nuoro, Cagliari e Roma è un'esibizione che fa male all'atletica sarda.

E in particolare al Comitato Regionale della Fidal che (in attesa di una successiva puntata) rimedia non solo la sconfitta, ma un'autentica figuraccia. Quella che la Commissione Giudicante Nazionale della Federazione Italiana di Atletica Leggera ha deciso il 15 dicembre e depositato il 22 (riassunta a lato) è una sentenza di assoluzione di Massimo Zara (atleta-dirigente sospeso) e dell'Amatori Nuoro (società multata), ma suona come una condanna dell'operato del presidente sardo Sergio Lai (in carica da trent'anni) e del Giudice Unico regionale Giorgio Ariu.

L'ANTEFATTO.

La vicenda è relativa a una manifestazione disputata sotto l'egida dell'Aics (ente di promozione) sulla pista di Nuoro lo scorso 17 luglio. Ma sarebbe inesatto ritenere che tutto sia nato quel giorno, o comunque in quell'occasione. Già da diversi anni i rapporti tra il presidente federale e la società nuorese sono abbastanza tesi. Molti episodi lo confortano: gli scambi di accuse (fino all'insulto) volano da qualche anno sui rispettivi siti internet (fidalsardegna.it e amatorinu. it). Già due anni fa, un altro dirigente e atleta, Pierpaolo Stefanopoli, era stato squalificato per aver insultato il segretario del comitato sardo (il motivo  era stato l'inserimento di due gare in calendario in concomitanza con una organizzata dall'Amatori). La cosa si era chiusa con un mese di sospensione (anche in quel caso deciso con le modalità sconfessate dalla CGN) per Stefanopoli e per il presidente Zara per responsabilità oggettiva e con le scuse da parte dei due, fatte personalmente e sul sito sociale.

I FATTI.

L'Amatori Nuoro, che è affiliata anche all'Aics oltre che alla Fidal, stava partecipando all'allestimento con l'ente di promozione del campionato regionale
Aics dell'ora su pista. La Fidal, ritenendo che sulla base della convenzione con l'Aics la gara debba essere autorizzata, diffida l'Amatori dall'organizzarla. Sul suo sito, la società barabaricina ufficializza la rinuncia, mantenendo la collaborazione per gli aspetti logistici. Pochi giorni dopo (22 luglio), arriva la sospensione cautelare del giudice sportivo regionale per il presidente Massimo Zara come atleta e come dirigente. Trascorsi i 60 giorni e non essendo stata ratificata, Zara si iscrive a una gara, ma dopo aver ritirato il pettorale, viene fermato dai giudici di gara. Il 27 settembre arriva il deferimento dalla Procura Federale di Roma (unico soggetto inquirente ammesso dal regolamento di giustizia Fidal) e il 27 ottobre si svolge l'udienza nella sede della Fidal regionale, a Cagliari, a porte chiuse. Zara viene sospeso sino a marzo (avendo già scontato parte della squalifica) e la società multata per 1.000 euro.

IL RICORSO.

Ma Zara, 51 anni, non ci sta. Fa appello alla CGN di Roma che lo assolve per non aver commesso il fatto. Le presunte accuse cadono, condite da frasi che denotano lo stupore del presidente della Commissione, l'avvocato Sergio Rosa, per l'operato di Lai e Ariu. Sul sito della società nuorese i commenti sono pacati: «Ogni cosa torna al suo posto». Ma si aggiunge: «Massimo Zara ha subìto una ingiusta, arbitraria e reiterata sospensione che si è protratta ben oltre i tempi massimi previsti dal regolamento. Chi dovrà risarcire il danno?»

CARLO ALBERTO MELIS

La difesa.

Il massimo dirigente sardo accusa il vecchio regolamento: «Abbiamo sbagliato,ma faremo ricorso» «Io sono uno sportivo e so che qualche volta si vince e qualche volta si perde». Sergio Lai la prende con filosofia, anzi senza dare troppo peso a una sentenza che giudica ingiusta: «Il procuratore non ha sentito noi e ha creduto a loro. Ma quella gara Aics l'avevano organizzata loro». Resta la sentenza, che in alcuni passaggi è pesante: «Noi abbiamo sbagliato l'iter, perché avevamo presente il regolamento di giustizia vecchio», è la versione di Lai.

«Abbiamo sbagliato e riconosco l'errore. È una sconfitta della federazione, ma non sbaglieremo più. E intanto faremo ricorso alla Caf». Non è tutto, perché il presidente della Fidal regionale va all'attacco della norma statutaria mutuata dal Coni che costringe a passare attraverso la Procura di Roma: «Vi dico che a seguito di questa cosa sarà modificato con un'assemblea straordinaria lo statuto della Fidal a fine anno.Verrà nominato un procuratore federale nelle regioni perché noi possiamo prendere autonomamente il provvedimento. È un regolamento che il Coni ha imposto, ma che in certe federazioni come il calcio o il basket
non è recepito. Un giocatore espulso in una partita viene squalificato dal giudice regionale, mica da Roma». Tornando alla vicenda, nell'ambiente dell'atletica sarda tutti sanno che le scaramucce tra il presidente e l'Amatori Nuoro sono cominciate ben prima dell'episodio in questione: «Io non ce l'ho con nessuno, sono al di sopra delle parti », ribatte Lai. «sono loro che ne sono convinti. Ma quando hanno scritto cose infamanti sul loro sito, io li ho perdonati ritirando la querela che l'avvocato Trudu aveva già preparato». (c.a.m.)

LE MOTIVAZIONI

«I diritti di Zara lesi tre volte»

Sono «diversi ordini di motivi» quelli che hanno indotto la Commissione Giudicante Nazionale della Fidal ad accogliere il ricorso di Massimo Zara. «Preliminarmente» la Cng «non può non sottolineare la rilevanza e l'abnormità di taluni comportamenti tenuti dal
presidente del Comitato Regionale sia in fase preliminare di giudizio che, apparentemente, all'apertura del medesimo, nonché l'appiattimento su tale comportamento da parte del Gur».
Il primo riferimento è alla «immediata sospensione da ogni attività», che non è stata proposta dalla Procura Federale, «unico soggetto avente il potere di proporla». «Ma ciò che risulta veramente inaccettabile», prosegue il giudice d'appello, «è che lo stesso Gur Sardegna abbia omesso di verificare la legittimità del provvedimento di sospensione emesso incautamente dal presidente del Comitato Regionale Sardegna, facendolo addirittura proprio e conteggaindo un periodo di sospensione che, oltretutto, eccedeva pesantemente i massimi contentiti dalle nostre leggi». E prosegue: «Se per il presidente del C.R. si può configurare un eccesso di zelo... non può essere condivisa sotto nessun profilo (anzi deve essere totalmente disattesa) la decisione del Gur che unitamente alle altre discrepanze... ha posto le basi per l'accoglimento dell'appello».
Per Zara, una «triplice lesione dei diritti:... essere stato sospeso da soggetto che non ne aveva le vesti e i poteri per sanzionarlo, ...aver subito una sanzione eccedente qualsiasi limite consentito e averla comunque di fatto scontata... nel convincimento di essere in presenza di legittima sospensione ». Infine, a sostegno dell'assoluzione,
la Cgn non ha trovato «alcun elemento di prova a carico degli indagati, semmai il contrario».

Vedi la pagina dell' Unione Sarda del 30/12/2010 (101.5 kB)

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