Comincia la collaborazione con la dottoressa Anna Maria Cicalo'. Anna Maria e' il responsabile del Servizio di Diabetologia dell'Ospedale Zonchello di Nuoro. Esperta cultrice della materia, e' stata recentemente chiamata a far parte della commissione regionale del Diabete della Regione Sardegna. Inoltre, è una atleta in erba, con un obiettivo preciso battere Alfonso Gigante e Gisella Meloni alla Corri Nuoro 2008. Persona di grandi qualita' umane e culturali con cui e' un onore ed un piacere lavorare (mi dovrebbe anche firmare le ferie di Agosto, ma ne avrei parlato bene lo stesso)
Il diabete mellito.
E’ una malattia conosciuta fin dall’ antichità; i primi a descriverla furono gli antichi Egizi come dimostra il papiro che Ebers, un egittologo tedesco, riportò alla luce nel 1550 a.C. In esso si parla di una malattia caratterizzata da urinazione abbondante e sete così intensa, da prosciugare le acque del Nilo....Anche i romani e i greci conoscevano il diabete: la parola diabete deriva infatti da un vocabolo greco “diabainein” che significa “passare attraverso”. Gli antichi greci infatti, vedendo quei giovani apparentemente sani che mangiavano molto, ma dimagrivano e urinavano tanto, pensavano che il cibo ingerito “passasse attraverso” l’ organismo e i reni malati per essere eliminato con le urine.Il termine mellito deriva da un altro vocabolo greco “mellis” che vuol dire dolce, perchè gli antichi greci si erano accorti che le urine di quei malati erano dolci ( non essendoci a quei tempi i laboratori analisi, per fare la diagnosi, le assaggiavano con la punta della lingua o ne versavano qualche goccia vicino ad un formicaio per vedere se attiravano le formiche).Oggi il diabete non viene considerato una malattia ma una sindrome clinica, perchè si presanta in diversi modi a seconda dell’ età e delle cause che lo provocano. Questa sindrome è caratterizzata da un’ eccessiva concentrazione di zucchero nel sangue( iperglicemia cronica) dovuta ad una mancanza totale o parziale d’ insulina oppure ad un’ alterata attivita’ dell’ insulina stessa, nel senso che a volte l’ insulina c’è, ma è poco attiva ed alcuni organi non sono in grado di utilizzarla adeguatamente. L’ insulina è un ormone prodotto nel pancreas dalle cellule beta delle “isole di Langerhans”.Essa regola il tasso di zucchero nel sangue ed interviene anche nel metabolismo dei grassi e delle proteine. Esistono diversi tipi di diabete mellito:-il diabete tipo 1 tipico dell’ eta’ infantile e giovanile ( ma che può manifestarsi a qualsiasi eta’) . Rappresenta il 10 % di tutti i casi di diabete. La sua incidenza ( numero di nuovi casi/anno ogni 100.000 abitanti) è variabile. In Sardegna ( come in Finlandia) nella fascia di età 0-14 anni c’è l’ incidenza più alta del mondo con circa 40 nuovi casi/ anno, soprattutto nella provincia di Oristano contro i 6-9 casi /anno delle altre regioni italiane. Questa forma di diabete è dovuta alla distruzione delle cellule beta del pancreas che quindi non producono più insulina.E’ stato dimostrato che tale distruzione è secondaria ad un’ alterazione del sistema immunitario (quello deputato alla difesa dell’ organismo da agenti estranei) che, per cause ancora sconosciute ( virus?, agenti tossici?), come impazzito, produce autoanticorpi che aggrediscono e distruggono le cellule beta non riconoscendole più come proprie.La terapia di questo tipo di diabete è sicuramente l’ insulina che il paziente deve somministrarsi quotidianamente secondo lo schema consigliato dal diabetologo e che in genere prevede 3-4 iniezioni al giorno. Un’ alimentazione equilibrata e l’ attività fisica regolare completano la terapia.-il diabete tipo 2 tipico dell’ età adulta e senile ( ma che oggi sta manifestandosi anche tra i più giovani per il peggiorare dello stile di vita); è dovuto a fattori diversi : fattori genetici ereditari e fattori ambientali come l’obesità, l’iperalimentazione, la sedentarietà. Questi fattori ambientali, agendo su un terreno geneticamente predisponente, determinano una condizione d’insulino-resistenza ed una ridotta sensibilità all’ ormone specie in alcuni organi come il fegato, il tessuto muscolare, il tessuto adiposo.Esso rappresenta il 90% di tutti i casi di diabete. In Italia colpisce il 5% della popolazione: circa 3 milioni di diabetici noti. Nel mondo ce ne sono circa 150 milioni. Queste cifre sono sicuramente sottostimate e dovrebbero essere almeno triplicate: si dice infatti, che per ogni diabetico che si conosce, ce n’ è uno che ancora non sa di esserlo ed un altro che lo diventerà.Gli epidemiologi ci dicono che le previsioni per il futuro sono allarmanti: nel 2025 i diabetici nel mondo saranno oltre 300 milioni; il diabete raddoppierà in Europa e in America, ma triplicherà in Africa, Medio-Oriente e Sud-Est Asiatico, cioè nei paesi “in via di sviluppo” al migliorare delle condizioni economiche.La terapia di questa forma di diabete, si basa principalmente su un corretto stile di vita: alimentazione bilanciata, attività fisica adeguata ed eventualmente farmaci sotto forma di compresse o in casi particolari, l’ insulina.-il diabete gestazionale è quello che si manifesta durante la gravidanza e che in genere è limitato a quella particolare condizione, risolvendosi all’espletamento del parto. E’ dovuto al fatto che in gravidanza, specie nel 2° e 3° trimestre, si ha un’aumentata produzione di ormoni cosiddetti “diabetogeni” come il cortisolo, il lattogeno-placentare che causano una resistenza all’azione dell’ insulina e quindi uno stato di iperglicemia specie dopo i pasti. E’ molto importante che le gravide facciano gli esami specifici per escludere o diagnosticare il diabete gestazionale, sia perche’ così si possono evitare le complicanze materno-fetali sia perchè gli studi hanno dimostrato che il 50% delle donne che ne sono affette, a distanza di 10 anni sviluppa un diabete tipo 2.-altri tipi di diabete: secondario a malattie del pancreas come pancreatiti o tumori, secondario a malattie genetiche come la sindrome di Down, indotto da farmaci come il cortisone ecc.Quali sono i sintomi del diabete? In genere si manifestano nel diabete tipo 1 e sono: rapido dimagrimento, aumento della sete e della fame, urinare molto, anche di notte ( i piccoli riprendono a bagnare il letto), stanchezza, svogliatezza, disidratazione. Questi sintomi, che fungono da campanello dall’allarme, spesso sono modesti o mancano del tutto negli adulti nei quali il diabete insorge in maniera subdola tanto che non infrequentemente esso viene diagnosticato parallelamente alla scoperta di complicanze croniche come la retinopatia o in occasione di un accidente Cardio-Vascolare come un infarto o un ictus.Come si fa la diagnosi di diabete? In diversi modi:1) presenza dei sintomi tipici e riscontro agli esami del sangue di glicemia uguale o superiore a 200 mg/ dl.2) riscontro di glicemia uguale o superiore a 126 mg/ dl in almeno due occasioni3) riscontro ad un OGTT ( Oral Glucose Tollerance Test) di un valore di glicemia uguale o superiore a 200 mg/dl alla 2° ora dopo la somministrazione orale di 75 gr. di glucosio.Chi sono i soggetti a maggior rischio di diabete? Soggetti con età superiore a 40 anni, che hanno familiarità per diabete, che sono in sovrappeso o obesi, che hanno ipertensione e/o dislipidemia, donne che hanno partorito neonati con peso superiore ai 4 kg. o che hanno avuto il diabete gestazionale. Questi soggetti dovrebbero fare dei periodici controlli del sangue e delle urine con un semplice esame della glicemia o sottoporsi al carico di glucosio ( la cosiddetta Curva da Carico).Si può prevenire il diabete?A tutt’oggi non è possibile fare prevenzione per il diabete tipo 1 essendo una patologia autoimmune ( si dovrebbe intervenire sul sistema immunitario)Molto si può fare per la prevenzione del diabete tipo 2: se è vero che non si può intervenire sui fattori genetici-ereditari, è altrettanto vero che la modifica dello stile di vita può ridurre notevolmente il rischio di sviluppare il diabete oltre che prevenire altre patologie.Un’ alimentazione corretta ed equilibrata che contrasti l’ iperalimentazione, un calo del peso corporeo che contrasti l’obesità, un’ attività fisica adeguata e costante che contrasti la sedentarietà rappresentano la carta vincente per prevenire quella che sempre più si sta rivelando l’ epidemia del terzo millennio.