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Cronache
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luis mezzaozieri 2012Non è sempre agevole scrivere un resoconto su una manifestazione alla quale partecipiamo. Quando ci rechiamo in una località a correre l’unico pensiero che si addentra nella nostra testa è la prestazione

. Siamo lì in primis per far partire il crono, le gambe e poi andare di buona lena verso il traguardo. Diventiamo però ipercritici. Siamo tutti lì appostati con il mirino a vedere cosa non funziona per poi sparare a zero sull’organizzazione. Io, da organizzatore ultra decennale, so quanta fatica ed energia si spenda per mettere su un evento. E so quanti siano i problemi e le disavventure dell’ultim’ora che spesso scombinano i programmi. Solo chi indossa esclusivamente la veste di atleta non percepisce le difficoltà dell’organizzatore, solo chi non ha mai organizzato qualcosa non può comprendere la tensione che si crea soprattutto nelle ultime ore dove la tua testa fluttua nell’oceano di piccoli contrattempi che sorgono come funghi dopo la pioggia. Per questo per la prima edizione della mezza maratona di Ozieri non voglio spendere parole di disappunto o critica, perché so che l’amico Gegia e i suoi accoliti ce l’hanno messa tutta per farci stare bene e tutto quello che non è andato per il verso giusto sarà appuntato dalla Monte Acuto Marathon (o Monte Acuto Mezzamarathon?)e valutato di modo che in una prossima edizione non debba più verificarsi.

Questa prima mezza maratona di Ozieri la ricorderò a lungo per l’infinita discesa che ha sicuramente portato i più, nonostante il forte vento contrario in alcuni tratti, a conseguire tempi che su altri percorsi si sognerebbero. Ma il territorio è quello che è. La ricorderò per aver corso 15 km con l’amico Gegia che era meglio di un navigatore satellitare e di google map. E sfido io, era il creatore del percorso! La ricorderò per il freddo improvviso calato sulla Sardegna dopo un lungo periodo di temperature miti. La ricorderò soprattutto per i miei quadricipiti che dopo cento metri erano la cosa più brutta che mi potessi trascinare dietro. La ricorderò per il freddo annunciato che ha un po’ privato di quella bella luce che si manifesta nel dopo gara. Eravamo un po’ tutti alla ricerca di calore, non umano, ma di riscaldamento vero e proprio, che il piacere di intrattenersi è venuto meno. La ricorderò per la prima medaglia che possa essere definita tale consegnata dopo una mezza maratona in Sardegna. La ricorderò per le tante cose da rivedere e che mi riprometto di farne un elenco da consegnare al più simpatico uomo di Ozieri. La ricorderò per gli atleti che seguo che si sono tutti distinti brillantemente e del quale ne vado davvero fiero. Infine la ricorderò perché in un momento della vita in cui pensavo che tutto potesse assumere una veste differente mi accorgo invece che la malinconia è sempre presente…

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