Questa domenica appena trascorsa, ho partecipato alla maratona di Pisa insieme ad un gruppetto del Circolo Sportivo “Atletica Amatori Nuoro”, tra uomini e donne una quindicina, una parte per la maratona, la restante per la mezza
Per quanto riguarda la mia gara, è quasi il replay di quella disputata l’anno precedente sempre a Pisa, migliorata di circa 30 secondi, ma che comunque mi da la soddisfazione di portare a casa un altro PB che diventa anche il quarto consecutivo. Con la supervisione del nostro “supercoach”, (ormai si è sviluppato anche un senso di appartenenza al gruppo) spero non me ne voglia il suo antagonista, ho seguito la preparazione con il solito entusiasmo, impegno e puntualità, ed il risultato, che mi gratifica ampiamente, è giunto in modo quasi naturale, senza ostruzioni di sorta, niente contratture, stiramenti o cose simili. La mattina, dopo la rituale colazione tipica del “podista”, tutto il gruppo si avvia allegramente verso la zona di partenza, passando proprio ai piedi alla mitica torre pendente, che, con la sua grandiosità e bellezza provoca una certa emozione. In alcuni/e traspare un pizzico di tensione, tipica di chi è alla prima esperienza, ma anche chi è più esperto fatica a dominarla. Di lì a poco, qualche esercizio di stretching e già mi ritrovo a pochi metri dalla linea di partenza, ormai come gruppo ci siamo sciolti e ognuno occupa la propria posizione, io sono con Erminio, si aggiunge anche Riccardo, non riusciamo a vedere ne Giuseppe ne Gianni, forse sono un pochino più avanti, tutti gli altri sicuramente un po’ indietro, siamo tutti ammassati perché manca pochissimo alla partenza, finalmente lo sparo fa defluire la ressa ed in pochi secondi stiamo già cercando di impostare ognuno la propria gara. Avevo programmato di partire prudente, regolandomi con i cartelli che segnalano i km, ma scopro ben presto che erano mal disposti, quindi non affidabili.
Vado a sensazione e decido di rilevare l’andatura ogni cinque km ricavandone la media, al primo tratto sono veloce, cerco di diminuire ma giungo al decimo e rilevo quaranta minuti esatti, ancora troppo veloce, ma sto bene, sensazioni bellissime, a quel punto non me la sento di cambiare ritmo figuriamoci poi a diminuirlo, al ventesimo rilevo un leggero calo, passo alla mezza con il tempo di un’ora venticinque minuti e rotti, la proiezione finale sarebbe due ore e cinquantadue, riesco anche ad illudermi di poter realizzare l’impresa, ma sono solo a metà del percorso, comunque non sento stanchezza, vado avanti deciso, al trentesimo sono più o meno con lo stesso passo, ho perso solo una trentina di secondi, le sensazioni sono ancora ottime, decido di andare a oltranza finché resisto, non faccio più calcoli e mi concentro solo sulla corsa, scorrono velocemente i km uno dopo l’altro, quasi non ci faccio caso, al trentacinquesimo circa, intravedo davanti a me una maglia della nostra società, non ho messo gli occhiali e non distinguo bene chi sia, lo raggiungo in pochi minuti, era Riccardo, in leggera crisi ma deciso a non mollare, infatti non molla e va anche a migliorare il suo personale, a breve distanza ci seguiva Gianni, che non si lascia certo abbattere da qualche leggero fastidio, mentre Giuseppe ci anticipava tutti, qualche parola con Riccardo e ritorno alla mia gara, mancano solo cinque o sei km alla fine, la stanchezza inizia a farsi sentire, mi preoccupo solo di contenere più che posso il calo del ritmo che inizia a farsi notare, vedo il cartello “PISA”, sono all’ingresso della città, ormai ci sono, qualche km ancora, noto già la cupola della chiesa e la punta della torre, l’arrivo è proprio li, in piazza dei Miracoli, pochi isolati ed ecco finalmente gli ultimi duecento metri con il gonfiabile in fondo che segna l’arrivo, mi sto già rilassando quando mi vedo superare da un ragazzo, al quale, per tutta la seconda metà della gara ho dovuto fargli da “lepre” visto che non si schiodava di un centimetro dalle mie calcagna e non si è mai degnato di passare avanti per qualche km., quindi di lasciarlo andare non mi andava proprio, interpreto il sorpasso come una sfida ed attingo, non so da dove, un’altro pò di energie per lanciarmi in uno sprint negli ultimi cento metri, che mi permette di riprendere il ragazzo e di fermare il cronometro che segna il tempo di 2 h 53’ e 31”. Con questo tempo realizzo il mio PB, che mi colloca al primo posto di categoria e trentunesimo in quella generale.
Il post gara ci vede tutti soddisfatti di aver concluso ognuno la propria gara e la stanchezza è subito scivolata via con l’aiuto di una bella doccia rigenerante ed un bel pranzetto in un locale tipicamente toscano. Il pomeriggio trascorre lentamente, oziando a passeggio tra file interminabili di bancarelle strapiene di ogni genere di oggetti, tipici e non della città, tra i quali speriamo di trovare qualcosa di caratteristico da portare via come ricordo della nostra breve permanenza in quel posto. Circola tra noi per qualche istante l’idea di salire sulla torre per godere del panorama, ma le nostre gambe non sono in condizione di affrontare una simile scalata per cui, non sa da fa.
Alla prossima maratona
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