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Commenti sulle Gare
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cartina_sardegna_295x300Per il secondo anno consecutivo una circolazione depressionaria genera maltempo in Sardegna, ma non solo, proprio in concomitanza con lo svolgimento della Maratonina del Goceano. Acqua, grandine, vento e freddo non hanno risparmiato i circa 130 coraggiosi che si sono cimentati in una classica di Novembre. Correre nel Goceano è indubbiamente affascinante. Sei immerso in una natura molto mediterranea, circondato dalle cime del Monte Acuto a Nord e adagiato dal lungo e vasto altopiano ricco di querce, lecci, sughere ed olivastri della valle del tirso. Zona molto fertile percorsa dai tanti rivoli di acqua che la rendono tra le zone della Sardegna più adatte allo svolgimento di attività agricole e alla pastorizia. Zona in cui è completamente assente l'industria riesce però a malapena a soddisfare i bisogni locali nelle restanti attività. Insomma un Isola nell'Isola ancora distante dai ritmi della civiltà moderna. La gara è molto bella e muscolarmente si sente soprattutto nei lunghi tratti di discesa che si alternano alle salite che comunque non hanno eccessiva pendenza. I quadricipiti so già che domattina presenteranno l'estratto conto. La partenza è per il secondo anno consecutivo fissata a Burgos, piccolo centro con un migliaio di abitanti. Ad aspettarci c'è l'acqua, il vento forte e la discesa che porta ad Esporlatu, il secondo paese che per diversi anni ha rappresentato il punto di partenza della manifestazione. Nonostante il meteo sia da bollino rosso intrepido e impavido preferisco indossare solo i pantaloncini e la canotta...e faccio bene. Piccolo giro all'interno del paese e poi percorrendo il lastricato del suo centro storico ci dirigiamo verso Bottida. Dopo un breve tratto di salita ci aspetta una lunga discesa che percorro agevolmente senza forzare. La maratona mi dà sicurezza sulla tenuta ma non ho i ritmi da gara breve. Il gruppetto iniziale in cui mi sono infilato si allontana da me paradossalmente nel tratto più semplice. Usciti da Bottida e scontratici con una perturbazione di pioggia e vento ci aspettano circa tre chilometri di salita che conducono la truppa a Bono. Inizio a sentirmi meglio e a mostrare una falcata più agile ed agevole. Il divario dal gruppetto si assottiglia. Raggiunto il centro di Bono non mancano gli incitamenti della popolazione del posto che ci vede come pazzi sotto la tormenta in verità da quel momento completamente quietata. Inizio a spingere di più e a raggiungere gli atleti più stanchi. Sono favorito dall'avere maggiori chilometri sulle gambe come serbatoio. Succederà così fino ad Anela dove la salita è troppo breve per creare scossoni rilevanti e anche gli ultimi tre chilometri fino a Bultei percorsi in compagnia prima di Leonardo Nieddu e poi con Walter Buttau non porteranno novità. All'arrivo non mi sento affatto stanco e questo denota nonostante tutto un buono stato di forma. Dopo tre settimane dalla fatica di Amsterdam percepisco i segnali di un fisico che vive di rendita e poco ha voglia di spingere come si deve. Correre senza l'assillo del tempo da conseguire o del risultato da raggiungere aiuta ad affrontare la gara in modo sereno e a godere del percorso in modo pieno e completo e soprattutto ad evitare infortuni da sovraccarico. La gara come al solito è appagante per il sottoscritto che preferisce le medie lunghe distanze alle brevi ed è anche un piacere recarmi in questa zona dove non nascondo di avere ottimi amici. L'organizzazione dell'Atletica Goceano è stata ancora una volta penalizzata dal tempo impietoso che ha costretto la società a soluzioni scomode d'emergenza. Il tutto, ristoro finale e premiazioni, si è svolto in un ambiente congestionato e ristretto per atleti e accompagnatori che in un periodo di emergenza da influenza A mi ha suggerito di allontanarmi dalla calca. L'unico appunto che mi sento di fare e il non aver trovato un bel bicchiere di thè caldo a metà percorso. Suggerisco all'amico Bachisio per il prossimo anno di pensare a questo servizio. Speriamo che il 2010 ci riservi finalmente una bella giornata di sole che ci faccia godere interamente questa zona rigogliosa della Sardegna.

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